Page 503 - Lezioni di Mitologia;
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         <ìon delle lunghe  ali  di pipistrello, e con una fiac-
         cola nella mano.
            Compirò   il mio ragionamento    colla  descrizione
         di un simulacro di Arùore del Museo dementino,
         data dal celebre Visconti. Succederà a questa un'e-
         legante Canzone di Lodovico Savioli sopra Amore
         e Psiche. Si presenterà l'occasione   di ritornare col
         tempo su questa favola ingegnosa, con tanta venu-
         stà raccontata da L. Apuleio:
            « Maggior sarebbe    il pregio di questa bellissima
         mezza   figura quando   colla  stessa  probabilità che
         della precedente se ne potesse rintracciar l'autore.
            » La grazia e la venustà sono le doti principali
         di questa   scultura, che non manca né di verità,
         né di morbidezza. La celeste fisonomia ce lo fareb-
         be ravvisare  pel  figlio di Venere  compagno delle
         Grazie, anche senza riflettere che aveva in antico
         le  ali, riportate forse di bronzo, rimanendovi sopra
         gli omeri  i vani per inserirvele.
            » In due repliche antiche   di questo elegante  si-
         mulacro, inferiori però al nostro frammento per la
         finezza dell'esecuzione,  le  ali sono  di marmo. Una
         di queste assai conservata, coU'arco della destra e
         la sinistra posata sulla faretra, é nella galleria del
         Palazzo Farnese: un'altra fu dissotterrata nell'Orto
         Muti  alle falde del Viminale, nel sito ove gli espo-
         sitori  della topografia marmorea di Roma antica
         leggono Bagno di Agrippina. Quantunque però non
         esista monumento antico a mia conoscenza che possa
         illustrare l'origine  di questa graziosa figura,  incli-
         nerei molto ad   attribuirla  anch'essa a Prassitele.
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