Page 52 - Lezioni di Mitologia;
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pra lodato autore la terribile espiazione offerta a
Patroclo da Achille per dolore forsennato.
Usanza fu degli antichi pianger gli estinti parenti
per tre giorni, avanti di rendere alla gelida spo-
glia i debiti onori. Allora si recidevano le chiome,
e quasi ultimo dono, le ponevano, non senza pianto,
nei sepolcri. E chi ardirà di riprendere questi tri-
buti, i quali solo seguivano i miseri al caro lume
della vita rapiti, e contender loro quell'onore
a Che solo in terra avanzo è della morte? »
Nulla di più santo presso gli antichi che le tom-
be : onde Tibullo, ne' di cui versi odi ancora i so-
spiri dell'amore, diceva all'amica infedele: « Io por-
terò al sepolcro della tua sorella corone bagnate
dalle mie lacrime: sederò supplichevole sulla terra
che la ricoprirà, e col cenere muto mi lamenterò
delle mie sciagure. »
Se ricchi e famosi erano gli estinti, costruivasi
loro insigne pira, e vi ardevano le cose che nella
vita loro erano state le più care, le armi, i de-
strieri e (oh barbarie!) gli uomini stessi, che fatti
schiavi avevano le vicende instabili della guerra.
I più stretti congiunti (ministero pietoso e tristo
ad un tempo) rivolgendo le faci indietro, accende-
vano il rogo. Che più! Fra le consorti, nell'Oriente,
quando il cadavere del marito incendevasi, vi era
gara di morte.
Cessata la fiamma, incenerito il rogo ed il corpo,
erano le reliquie e le ossa cercate fra le faville ;