Page 564 - Lezioni di Mitologia;
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                    Alle mie labbra pende uu largo naso.
                    Ma come son, pecore mille io pasco,
                    L'ottimo umore che da lor     si munge
                    Mi bevo, e copia di rappreso latte
                    Ho nell'estate, ho nell'autunno, e sempre
                    Le mie fiscelle ne son curve. Io canto
                    Meglio di ogni Ciclope, e di te canto.
                    Mio dolce pomo, e di me, spesso a molte
                    Ore di notte. Per te sola allevo
                    Undici cavrioli e quattro orsacchi;
                    Or vieni a me, quel che prometto avrai;
                    Lascia che  il mare col ceruleo flutto
                    Flagelli  il lido, che più lieta notte
                    Avrai nell'antro mio. Lauri vi sono,
                    Alti cipressi, negra edera e viti
                    Cariche d'uva, e vi è la gelid'onda
                    Che dalle bianche nevi Etna selvosa
                    Ministra a me, nettare mio. Tu brami
                    Vivere ancora in formidabil'onde,
                    E se io  ti sembro troppo irsuto,   io tengo
                    Legno di querce, e inestinguibil foco
                    Sotto  il cerere mio vive. Io potrei
                    Sofirir che l'alma ancor tu mi bruciassi
                    E l'unico occhio mio di te men caro.
                       madre mia, perchè non farmi l'ali
                    Con che guizzano    i pesci!  allor per l'onde
                    A te verrei,  ti bacerei le mani
                    Se non volessi   il viso,  il bianco giglio
                    A te recando ed    il papaver molle:
                    Quei fiorisce lo estate, e questi  il verno,
                    Perchè tutto portare   io non  ti posso,
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