Page 59 - Lezioni di Mitologia;
P. 59
47
Infatti antichissimo era fra gl'idolatri il rito di
sacrificare su luoghi elevati, onde nelle sacre carte
questo profano costume è materia alle rampogne
dei profeti, alla pena dei prevaricatori, allo zelo dei
giusti. Però Ezechia fu lodato perchè fé' dissipare
le altezze, romper le statue, recidere i boschi, causa
perenne al popolo ebreo d'idolatria, errore così caro
all'umano intelletto.
Sei are sorgevano sull'Olimpo, di molte erano
popolati rimetto, il Parnete, l'Anchesmo; e quando
gli Argonauti vollero sul lido del mar risonante
erger un altare ad Apollo, fu loro prima cura di
elevarlo eccessivamente, come se imitar volessero
un monte.
Triplici qualche volta erano gli altari, e trihomi
dicevansi, e sembra che si praticassero nel culto
di divinità, di ufficj e di parentela congiunte, giac-
ché nell'Egitto, maestro di scienze e di supersti-
zioni, vi erano di tal sorta dedicati a Latona, Apollo
e Diana.
Fra l'are giunte fino a noi alcune la semplicità
sola raccomanda, altre l'ornamento, gli Dei, i genj,
i sonatori di flauto che vi sono scolpiti; la mag-
gior parte di esse ha negli angoli teste di animali.
Numerosi al pari degli Dei erano gli altari, e Vir-
gilio ci mostra larba, il barbaro rivale di Enea,
che cento, così traduce Annibal Caro,
« N'avea sacrati, e di continui fochi
Mantenendo agli Dei vigilie eterne
Di vittime, di fiori e di ghirlande,
Gli tenea sempre riveriti e colti. »