Page 64 - Lezioni di Mitologia;
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               Presentata che    si era l'ostia,  il vittimario por-
             tava la  teca, che conteneva    i  ferri;  il sacerdote
             sceglieva o  il maglio o la scure o il coltello, ch'es-
             ser soleva lungo, con manico     d'avorio dall'oro o
             dal hronzo adornato. Con un      ferro  detto dolabra,

             delle palpitanti vittime radevano la pelle:   le parti
             di esse ponevano in vasi detti in genere anclahri,
             che ciholi  si chiamavano   allorché la forma   n'era
             rotonda,  ascanii, se  quadrata.  Il sangue   si acco-
             glieva in vasi   detti sfaghii,  dei quali la figura  si
             scorge nelle medaglie   di Caligola e  di Augusto.   I
             pezzi della vittima destinati ai numi, ovvero ai puh-
             hlìci conviti,   si cocevano nelle  olle o vasi, detti
             extarii dall'interiora, o  si arrostivano  nelli spiedi,
             come   in Omero   si  lecere.  Si faceva ancora uso  di
             due  altri vasi, detti salino e patella. Le acerne era-
             no piccole cassette ove   l'incenso  era riposto; nei
             canestri portavansi le primizie che si offrivano agli
             eterni.
               Accrescerei  il catalogo  di  questi  sacri  utensili,
             se in queste cose la vista, più di ogni descrizione,
             non   ammaestrasse; onde per voi      stessi consultar
             potete le accennate medaglie e  i monumenti, mentre
             io  adempio  al mio scopo venendo      a  favellare di
             quei  sacrifìzj,  i quali vorrei  per onore del genere
             umano che non fossero mai      stati in uso, come un
             letterato francese pretende. A questa opinione, che
             onora  il  core e non la mente di chi    la produsse,
             si oppone in primo luogo l'autorità di Erodoto,      il
             quale afferma che    i popoli  della Tauride immola-
             vano ad una Venirine tatti    s^li stranieri che  il nau-
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