Page 68 - Lezioni di Mitologia;
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Quando improvviso balenar di tede
Percosse i lumi della turba incerta,
E Polissena apparve. Ivale accanto,
Pronuba quasi dell'orrende nozze,
Elena, e dolor fìnto ornale il volto,
Principio al comun pianto. Ogni Troiano
Dicea sommessamente: Abi quella face
Splenda alle nozze di tua figlia, o vile
Spartana, e così te la Grecia renda
Al credulo marito! — E la fanciulla
Frigia intanto chinò la mesta faccia.
Che l'ultimo rossor facea più bella,
Come più dolce del morente sole
E il raggio, allor che la vicina notte
Fa guerra al dubbio giorno, e il mesto impero
Chiede del mondo la regina antica.
Tace attonito il volgo, e chi commove
Beltade, e chi di gioventude il fiore,
Tutti fortuna; e il fermo cor che morte
Incontrar sembra, e desta in cor di tutti
Maraviglia e pietade. È sul paterno
Sepolcro Pirro, ma né cor, né volto
Muta l'ardita vergine, e rivolge
Sicuro il collo ver l'ignudo ferro:
Tutti ammutirò! esita Pirro: e nuovo
Prodìgio, Pirro in ferir lento, appena
Sentì la voce del furor paterno
Nascose il brando nel virgineo petto,
E vasta fuga aperse all'alma. Il sangue
Scorre in tiepidi rivi, e tu lo bevi
Di Achille, ancor crudele, avida tomba!