Page 67 - Lezioni di Mitologia;
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Allor che stette sulla cima, il volgo,
I capitani, Ulisse stesso in core
Sentia pietade involontaria, e tutti
Piangean mirando dell'ettoreo figlio
L'innocente alterezza. In core acheo
Breve è pietà: che già ripete Ulisse
Le preci di Calcante, e al crudo rito
Chiama numi di sangue. Allora, oh vera
Prole d'Ettorre! il ferro ostil previene
Astianatte: in giù si slancia, il corpo
Precipita, si frange in mille parti
Su gli aspri sassi, e con il proprio sangue.
Infelice fanciul, bagni il tuo regno.
Ahi! più del padre il tuo volto deforme
Non ritiene le nobili sembianze:
Neppur la madre il riconosce! Appena
Ai piedi rimirò dell'alta torre
L'achiva turba Astianatte infranto,
E pianto sparse sull'imposta colpa,
Torna a nuovo misfatto ove d'Achille
Posta è la tomba, cui l'estremo fianco
Lambe il flutto reteo. L'avversa parte
Chiusa è da colle facile, che sorge
A guisa di teatro. Era ogni lido
Ingombro, e presso la sperata terra
Già credea di vedere il facil volgo
Che odia e mira i delitti. Ancor di Troia
La schiava gente al proprio pianto accorsa
Era, e vedeva già muta e tremante
D'Ilio, onde han pieni ognor gli occhi infelici.
Troncar l'ultima speme il ferro argivo.