Page 63 - Lezioni di Mitologia;
P. 63
51
settembre, dì Marte nell'ottobre, di Diana nel no-
vembre, di Vesta nel dicembre. Ovidio nei Fasti
alla curiosità desiderio non lascia.
Conviene adesso parlare dei ministri per le vit-
time, degl'istrumenti adoprati per ucciderle, e quindi
dei sacrifizj umani praticati dagli antichi, fra i quali
si distinguono quelli d'Ifigenia, d'Astianatte e Po-
lissena, ch'Euripide e Seneca, tradotti, vi narreranno.
— Seneca, la di cui descrizione ho tradotta come
le forze del mio ingegno il permettevano, vi rac-
conterà il secondo, che fu di doppio dolore cagione
ad Ecuba, al pari d'Ilio, splendido documento del-
l'instabil sorte. Serberemo i versi di Euripide alla
seguente Lezione.
Precedevano le ostie coronati di lauro i tibicini.
Quindi seguivano vaghi fanciulli e giovinette gloria
del loro sesso, che ministravano al sacrificio. Il
ministro detto presidtore, distribuiva secondo l'or-
dine i vasi per le libazioni ripieni di vino. I così
detti vittimdri conducevano gli animali destinati,
spargevano l'acqua, le mole, uccidevano la vittima,
se esser scannata doveva; e se dalla scure atter-
rata, al ministro detto popa consegnavanla che suc-
cinto e mezzo nudo la percoteva. Gli ufficj di questi
ultimi non sono abbastanza distinti, e quindi da al-
cuni sono stati confusi.
Fra i Gentili erano preceduti i sacrifizj dalle lu-
strazioni, che facevansi con un ramo di ulivo, o
con istrumento a ciò destinato, del quale può ve-
dersi la figura nelle medaglie argentee di Giulio
Cesare e di Antonino Pio.