Page 61 - Lezioni di Mitologia;
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Solenne il rispetto che gli antichi avevano per
gli altari, onde né lume profano poteva accendere
il loro foco, né da questo poteva accendersi lume
profano. Guai a chi santamente le are non toccava,
giacché inevitabile credevasi la pena degli sper-
giuri.
I re vi giuravano sopra i trattati di pace; erano
abbracciate dai colpevoli e dagl' infelici ; onde unica
ara alle sue fortune chiamò Ovidio quel raro e me-
more amico, a cui scriveva nell' esigilo lettere che
dettava il dolore; ed Enea, lagnandosi della rotta
fede dei Rutuli, chiama, presso Virgilio , Giove e
le are in testimonio del patto violato.
Solevansi gli altari pure toccare quando alle pro-
messe si aggiungeva il giuramento ; onde Giovenale
disse che gli empj venditori di spergiuri, che intre-
pidamente vi si accostavano, ponevano la mano,
non solo sull'ara, ma pure sul piede di Cerere, di-
vinità venerata.
Si celebravano gli sponsali e pubblici conviti an-
cora innanzi all'are, e il luogo per inalzarle doveva
esser dalla pubblica autorità determinato.
Assai degli altari. Intorno ai sacrifìzj eccovi quel
di pili che importa sapere; poiché, se tener conto
si dovesse delle numerose divisioni che ne facevano
gli antichi, mancherebbe a così lunga serie il giorno.
Ma siccome i mortali agli Dei si volsero, o per
ringraziarli dei ricevuti benefìcj, o per chieder l'a-
dempimento dei loro voti, parlerò delle ostie che
allora si offrivano, poiché ogni genere di sacrifìzj
può in queste due classi esser compreso.
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