Page 595 - Lezioni di Mitologia;
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           « Nel primo entrar del doloroso regno
             Stanno  il Pianto, l'Angoscia, e le voraci
             Cure e  i pallidi Morbi e  il duro Affanno
             Con la debil Vecchiezza; evvi la Tema,
             Evvi la Fame, una     eli' è freno  al bene,
             L'altra stimolo al male. Orrendi tutti
             E spaventosi aspetti. Avvi   il Disagio,
             La Povertà, la Morte, e della Morte
             Parente  il Sonno. Avvi de' cuor non sani
             Le non sincere gioie. Avvi la Guerra
             De le genti omicida, e de    le Furie
             I ferrati covili:  il Furor folle.
             L'empia Discordia, che di serpi ha    il crine
             E  di sangue mai sempre    il volto intriso.  »


          Così tradusse il Caro  {libro 6 verso 402 e segg.);
        E nel duodecimo    libro le fa assistere al soglio di
        Giove.
          Siccome   il rimorso segue nel momento la colpa
        i poeti  le figuravano alate, e questa idea dei poeti
        ha guidata la mano degli artisti antichi. Infatti so-
        pra un basso rilievo pubblicato da Zoega,     rappre-
        sentante  Oreste  in Delfo  , sono  fornite  di grandi
        ali alle spalle, che  gli  Etruschi, e senza   dubbio
        ancora  i primi Greci, dar loro    usavano  in luogo
        delle alette, che nell'opere del solito  stile sovente
        portano alle tempie. Altre sono senz'ali, contro quel
        che più comunemente veder fanno le opere etrusche
        nelle quali sempre alate comparir le Furie afferma
        Winkelmann     con  troppa  franchezza. Di   più, ad
        un'altra osservazione del medesimo fa guerra, come
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