Page 597 - Lezioni di Mitologia;
P. 597

585

         mero di  tre,  che  vien  loro assegnato  , non  altro
         denota che  pluralità  , onde  sul più  antico  teatro
         greco comparivano cori di Furie fino al numero di
         cinquanta.
           1 nomi delle tre Furie così sono espressi da Orfeo:
         Udite queste cose, Dee tremende e venerande, Ti-
         sifone, Aletto e divina Megera, notturne, arcane, che
         abitate nell'antro ombroso, all'onde sacre del nero
         fiume Stige, sempre   ministre della giustizia  e del
         retto. — Quindi    è che  essendo   considerate come
         vendicatrici dei  delitti, furono grandemente temute
         dalle Nazioni.  Il terrore andava tanto innanzi che
         non osavano proferirne  il nome. Quindi Elettra dice
         neir Oreste di Euripide: Le Furie, che io non ar-
         disco nominare, spaventano    il mio fratello. —
           Edipo, fuggito da Tebe nell'Attica,   si rifugiò nel
         loro bosco, e solenne meraviglia prese quei popoli,
         come Sofocle attesta, che egli   si fosse rifugiato in
         un luogo che eglino appena osavano guardare, e
         non senza terrore. Ed era fama che se alcuno mac-
         chiato di delitto fosse entrato nel tempio, che Oreste
         loro avea consacrato in Corina villaggio dell'Achea,
         fosse nell'istante da furori e paure agitato.
            Gli antichi  di nere vesti credevano   che fossero
         ammantate   , poiché gli uomini hanno dato sempre
         il colore della notte a tutte le cose temute.
            In Tilfusa città  dell'Arcadia erano con   istraor-
         dinaria religione venerate, ed immolavan loro una
         agnella gravida e nera. Questi sacrifizi si facevano
         nel maggior silenzio, e in tempo di notte, ed era
         vietato  ai nobili l'intervenirvi.
             NiccoLiNi. Lez. di Mit. ecc.                74
   592   593   594   595   596   597   598   599   600   601   602