Page 676 - Lezioni di Mitologia;
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                 erano tutte coperte delle vivande, delle quali si nutri-
                vano i principi  eroi. Ma tutto è scompigliato, poiché
                da quelli che banchettando spirano, parte è rovesciato
                dai  calci, parte rotto, parte versato sopra   loro:  e
                alcune coppe ripiene di sangue cadono dalle tremule
                mani perchè nell'ubriachezza sono      uccisi. Quanto
                all'aspetto degli estinti, vi è chi ha  il collo tagliato,
                cercando d'inghiottire un boccone    di vivanda o un
                sorso di vino, questo ha la testa recisa di sotto le
                spalle nella stessa attitudine che  si abbassava sul
                nappo, quello ha    tagliato  il pugno coi quale   sol-
                leva la tazza.
                   Chi cadendo dal suo     letto  trae  dietro a  sé  la
                tavola, un altro si rovescia prono sulla testa e sulle
                spalle. Vi é alcuno che cerca di evitare la morte,
                un altro vorrebbe fuggire, ma l'ubriachezza glielo
                impedisce come    se  avesse ai  piedi  catene. E  fra
                tutti questi che sono per terra non ve n'è uno che
                sia pallido, poiché, spirando fra   il vino,  il  colore
                non così presto   gli abbandona.
                  Ma   il punto  principale  di tutto questo mistero
                é Ao'amennone, ucciso non nei campi di Troia, nò
                sulle rive dello Scamandro, ma tra fanciulli e don-
                nicciole come un bove nel presepio. Ecco      ciò che
                gli è accaduto dopo tanta     gloria e tante   fatiche
                nel mezzo dell'infausta cena!
                  Ma pietà maggiore ancora merita ciò che accade
                a Cassandra, poiché Clitennestra si affretta di alzare
                tutta la scure sopra lei con uno sguardo furioso, crol-
                lando la testa scapigliata, con un braccio reso più
                fermo  e più terribile dal  furore: dove   la misera,
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