Page 730 - Lezioni di Mitologia;
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Svelare al Ciel l'invidiata colpa.
La Diva irata macchinò nefanda
Trama, e danno furiale a Lenno appresta.
Né lega il crin con artifìcio illustre
Sparsa il manto stellato: alta, tremenda,
D'acheronteo pallor sparsa le guancie,
Alle Vergini Stigie eguale, un pino
Sonante vibra con ferale ammanto.
Già presso è il dì che, vincitor nelj'armi.
Disperso i Traci avea di Lenno il Duce»
Che tesser navi osò di fragil canna:
Lieto pel mar move i vessilli, e pieni
D'armenti e donne i trionfali legni,
Di barbariche vesti hanno collane
Del loco insegna: in mezzo ai flutti un grido
Risuona: patria, o per diverse cure
Affannose consorti, eccovi ancelle
Premio di lunga guerra. — In cupo nembo
La Diva avvolta, pel sereno cielo
Precipita, e la Fama in mezzo all'ombre
Errante cerca: il Padre onnipotente
Nega dell'Eter le tranquille sedi
A lei, che degne e turpi cose grida,
E sparge le paure, onde fremente
Sta fra l'orror delle più basse nubi
Non Dea del Ciel né dell'Averno: i primi
La disprezzan, l'abbraccian : quindi tutti
Trae seco, e scote colle cento bocche
Le tremanti città. Questa la Dea
Ministra vuole all' ingannevol colpa.
Avida la cercò. Vide Ciprigna