Page 732 - Lezioni di Mitologia;
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                     Già s'avvicina! Non per fama eguale
                     E non per lode di pudore e d'arte
                     A  te, gran prole Doriclea:  gli piace
                     Sol per le pinte mani, e l'arso mento.
                     Ma con fato miglior    fìa che tu scelga
                     Altri Penati: pei tuoi  figli io tremo!
                     Privi di madre, odio alla druda!    io veggo
                     Già la torva matrigna, e dentro    il nappo
                     Ai fanciulli spumar l'atro veneno.
                     Sai che simili siamo:   all'ire aggiungi
                    La ferocia nativa:   il gel le indura,
                    Ferino latte  le nutrisce: accenna
                    Esul me pure dal diletto albergo
                    La Fama, e sopra     i carri errante donna
                     Sta sulle piume mie. — Sì dice, e tronca
                    Le querele, e lasciò la mesta donna
                     In lacrime e timor. Le furie istesse
                    D'Ifinoe e d'Amiton desta nei lari,
                    Risuona tutta la città: raminghe
                    Par che da Lenno debban gire, e sorge
                    Ira, dolore: a gara ascolta e dice
                    Le intese voci ognuna, e fede al danno
                    Non v'ha chi neghi:     di querele e gridi
                    Empiono    i templi, e sulle soglie  i baci
                    E sopra   i  letti raddoppiare, e fìsse
                    Yi stan col pianto e colla vista. Alfine
                    Lascian le case, e   i talami infelici
                    Non riveggono più: nel cielo aperto
                    Stanno ammassate,     e di dolore han gara,
                    E  d'orribili voti. A loro in mezzo
                    Di Driope piange nell'immagin mesta
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