Page 733 - Lezioni di Mitologia;
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Venere, e batte palma a palma, e grida:
Le Sarmatiche case e i geli eterni
Perchè negarci, o Sorte, e in mezzo al foco
Della patria mirar fulmini e strage,
Strage dei Numi? poiché gli altri danni
Soffriam di guerra! Me schiava destina
Il furioso? Me, perchè raminga
Lasci i figli, la patria? Ah! pria di spade,
E di foco, rapito all'are istesse,
Non armerem le destre? Ah! mentre tace
La notte, e traggon colle schiave spose
I nuovi sonni, un non so che di grande
Amor c'ispirerà. — Disse, e rivolse
Gli occhi di foco in giro, e sulla terra
Lanciò dal seno gli strappati figli.
II cor materno e l'infiammate menti
Il gemer sacro di Ciprigna vince.
Riguardan tutte il mare e fingon danze:
Ornano i templi di festive frondi,
E ai reduci mariti ostentan gioia.
Ai Lari vanno: preparar le mense
Negli atrii ornati: a ognun s'asside accanto,
Rapida in suo furor, l'iniqua moglie,
Qual nella notte del baratro eterno
All'attonito Flegia e a Teseo appresso
Sta Tisifone, e liba i crudi cibi
Ed i nappi ferali, e, di tormento
Novità, con i neri angui l'abbraccia.
Scote l'irate formidabil'onde
Vener con la procella, e l'ombre ammassa,
E in Lenno scende alla tremenda pena
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