Page 74 - Lezioni di Mitologia;
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Ma quali erano i riti che per celebrare queste
empietà si osservavano ve lo dirà Euripide, da cui
ho tradotto quei versi immortali ai quali è conse-
gnato il fato di Polissena e d'Ifigenia. Ambedue
queste descrizioni sono meno adorne d'immagini che
quella di Seneca: ma pure di molta compassione
percotono il core per la stessa loro semplicità, giac-
ché il sentimento rifiuta tutti gli ornamenti delle
frasi.
Udite la morte della prima, narrata ad Ecuba
dal nunzio:
Perchè vuoi che il dolor rinnovi, o donna,
Narrando il fato di tua figlia ? Assai
Piansi in mirarla alla funesta tomba,
E le lacrime ancor stanno sul ciglio.
Ma il vuoi? parlare e sospirar mi udrai.
Tutte le achive squadre erano accorse
Al sacrificio orrendo. Afi'erra Pirro
Quell'innocente, ed al funesto altare
L'avvicina; ed io presso orale. Ancora
Della memoria tremo; e mesta schiera
Delle donzelle al duro ufficio elette
Le fean triste corona. Il figlio atroce
D'Achille inalza la dorata coppa,
E liba al padre. Della man col cenno
D'impor silenzio all' addensata turba
Mi comanda, ed io sorgo, e grido: Achei
Tacete; e tutto è quoto. — Allora esclama
Pirro: mio padre! o della Grecia eterno
Alloro, prendi le funeste stille,