Page 75 - Lezioni di Mitologia;
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             E placa la sdegnosa anima: sorgi,
             E bevi  il sangue:  di donzella è sangue:
             La Grecia,  il  figlio te lo dona: a noi
             Concedi  i venti, e delle tarde navi
             Tronchin  le sarte, e tua mercede   i Greci
             Bacin la patria lacrimata terra. —
             Così dicea: con mormorio sommesso
             Tutte le squadre accompagnar le preci.
             L'aureo coltello impugna, e a noi comanda
             La maestade della man feroce,
             D'afferrar Polissena; ed essa grida:
             Achivi, onde  io più non ho patria, alcuno
            Non sia tra voi che d'appressarsi ardisca:
            Vittima volontaria offro   il mio petto.
             Libera nacqui,  e da regina io voglio
             Morir. Paventi   il ferro alma privata,
             Non d'Ettore la suora;    io serva a Dite,
             Rossor delle maggiori ombre, non scendo. —
            La plebe ondeggia: Agamennon gridava:
             All'infelice giovinetta. Achei,
             Almen lasciate libertà di morte. —

             E la vergine udendo    i regi  detti,
             I bei veli del sen bianco custodi,
             Arrossendo, sciogliea con mano incerta.
             Apparve allor d'effigiati marmi
             L'emulo petto. Le ginocchia inchina,
             E intrepida dicea gli ultimi detti
             Del dardanio valor memoria eterna:
             II collo e  '1  petto che ferir bramasti.
                                                     —
             Eccoti,    Pirro: ove tu vuoi ferisci.
             Ei dubitando, con mano tremante
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