Page 80 - Lezioni di Mitologia;
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Preso, alla terra dechiiiava i lumi.
Ma un gran portento all'improvviso oprossi.
Che del vibrato ferro udì ciascuno
Distintamente il colpo. Ove sparisse
La versrine sotterra alcun non vide.
Un grido alzava il sacerdote ; e tutto
L'esercito gridò, che inopinato
Era il portento, sì che visto ancora
Fede non ottenea. Giaceva al suolo
Palpitante una cerva, e vasto il corpo
E belle avea le forme, e tutta avea
Sparso del sangue suo Tara del nume.
Con quella gioia che pensar ti puoi
AUor Calcante esclama: dell'Acheo
Campo duci supremi, or la montana
Cerva mirate che la dea si pose
Qual vittima dinanzi, e se ne appaga,
Perchè l'aitar non macchi un sangue illustre:
Al mar si vada, ed alle navi: il cielo
Ai nostri legni assente aura felice.
D'Aulide i lidi abbandonar conviene,
E in questo giorno valicar l'Egeo.
Euripide, Ifigenia in Aulide.
PARLATA DI CLITENNESTRA.
Apra il mar nuovi abissi, i Greci inghiotta
Con mille navi, e se d'Auìide il porto
Vomiterà le infide prore, il copra
Di spezzati navigli e membra infrante
Ir;i mi^'Hor deuli accusati venti.