Page 87 - Lezioni di Mitologia;
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tre : cosi a Tricoloni e a Tegea in Arcadia fog-
giati erano Nettuno e Giove : tale era la Venere
Urania che Pausania vide in Atene. Frme (come
noto è a tutti) chiamavansi le pietre quadrangolari
con una testa, alle quali, con profondo scherzo,
paragona Giovenale gl'inetti nobili di Roma, che
si appoggiavano sulla fama degli avi. A questi ab-
bozzi successero molti progressi: si distinse il sesso
nei simulacri ; convenienti forme si effigiarono nella
parte superiore di essi, indicando con taglio longi-
tudinale la divisione delle gambe. Un triangolo era
l'emblema col quale s'indicava il sesso femminile
dagli Egizj. Dedalo insegnò il primo a rappresen-
tare le statue con occhi guardanti, a disgiungerne
le gambe, a distaccarne dal corpo le mani, onde
fama eterna ottenne, e diede a questi simulacri il
suo nome.
Il nome di erme non si dava solamente alle sta-
tue di Mercurio, ma a tutte quelle ancora che ne
imitavano la figura. Onde diceasi Ermatene, Er-
'ìnapoìlo , e altrimenti, secondo la divinità rappre-
sentata. Ancora nei bei giorni dell'arte per le città
tutte di Grecia questi simulacri erano sparsi , ed
Alcibiade fé' troncare il capo a tutti quelli che
erano in Atene, a riserva di quello che stava avanti
la porta di Andocide , che per questo motivo la
prigionia sofferse. Né fuggì la pena pure Alcibiade,
potente più eh' a privato non convenivasi; poiché,
appena partì colla flotta, fu accusato e coU'esiglio
punito. Ma di tutte le teste rimaste fu modello il
volto di Alcibiade; al che allude l'eleofante Ariste-