Page 92 - Lezioni di Mitologia;
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                   Stan mille doni   affissi: evvi la tromba
                   Che degli emuli cocchi    il volo accrebbe;
                   D'Enomao il cocchio infranto, e stavvi il sangue
                   Del traditore auriga,  al mar Mirteo
                   Infamia e nome. Qui stan tutte altere
                   L'avite colpe, gran base di regno.
                   Nasce fra l'ombre che ogni augello teme
                   Un rivo, e pigro qual palude stagna.
                   Così di Stige è l'inviolabil onda
                   Sacramento dei numi. Odi la notte
                   Gemer   gì' iddii  ferali, e suonar gli antri
                   Per le scosse catene, ulular l'ombre.
                   Ombre di sangue. Qui, con      gli occhi vedi
                   Ciò che udire è terror; splende la selva
                   Come da fiamme accesa,      e  di latrati
                   Triplice suona. Inusitati mostri
                   Nell'attonita reggia han sede   :  il giorno
                   Qui non placa    il timore. Ha propria notte
                   La selva, e quando    il sole alto nel cielo
                   Regna, vi sta buio    d' inferno. Han certa
                   Pur qui risposta   i dubitati voti,
                   E allor che   il nume   i  fati apre, lo speco
                   Mugge. Traendo del fratello     i  figli,
                    Dalle Furie condotto, occupa Atreo
                    Il recesso  fatai. Chi mi dà voce
                    Che pareggi l'orror dell'alto eccesso,
                    Onde nuovo cammino impara       il sole?
                    Orna gli altari, e le innocenti mani
                    Al tergo avvince:   i giovinetti al  cielo
                    Levan la fronte, che purpurea benda
                    Mestamente circonda: incensi,    il sacro
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