Page 89 - Lezioni di Mitologia;
P. 89
77
questa diversità di statura data ai numi furono se-
guiti dai Greci e dai Romani, quantunque di alcune
divinità le statue fossero comunemente piccole, co-
me quelle de' Lari e degli dei Pataici d' origine
fenicia , che sulla prora dei vascelli si collocavano.
Numerose erano le statue. Quando Pausania,
ovvero altro scrittore, ne farà memoria, sarà mia
cura riferirne la descrizione allora che tesserò l'i-
storia degli Dei. Costumavasi offrir loro sacrifizj e
preci nei pubblici infortunj, e così piene della deità
reputavansi, che Dei erano dette. Nel giorno festivo
dei numi, ai quali erano le statue dedicate, pratica-
vano ornarle con nastri e fasce, uno'erle coli' olio:
questa ultima cura particolarmente, si rendeva ai
Lari. Passando loro vicino le adoravano prostran-
dosi, ovvero accostando la mano alla bocca. Ave-
vano queste figure ordinariamente i simboli loro
sacri. L'egiziane n'erano ingombre.
Esposte intorno alle statue le notizie piii impor-
tanti, conviene, che de' boschi sacri ancora favelli;
l'uso dei quali è certo che ha preceduto quello dei
templi, come vi ho dimostrato. La notte, propria
delle selve, spaventò dai più remoti tempi l'ignavo
timore dei mortali, che vi adoravano lo stesso si-
lenzio, e l'ombre di divinità ignota e terribile ri-
piene. In questi luoghi si celebrarono i primi misteri
del Gentilesimo: sacro era per gli Arabi il bosco
d'Elim, ove gli Ebrei, varcato l'Eritreo, si accam-
parono. Pei Greci la selva di Dodona fu solenne
oggetto di venerazione; trentadue boschi sacri si
numeravano in Roma. I Druidi, col sangue umano
aspersero gli alberi ove credeano chiusi gli Dei.