Page 172 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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        stato delle persone (i). Ye ne sono di più sor-
        ti: le une, affatto scevre d'artificio, e pur trop-
        po divenute sovente  il rifugio de’ poeti medio-
        cri , sono fondate sopra segni accidentali o na-
        turali: per esempio di braccialetti, di collane,
        di cicatrici, di macchie impresse sul corpo (a):
        le altre tengono dell’invenzione. Si cita con en-
        comio quella di Diceogene nel suo poema dei
        Cipriaci: l’eroe vedendo un quadro che rap-
        presentava le sue calamità,  si lascia sfuggir al-
        cune lagrime che lo tradiscono  ; quella di Polli-
        dete nella sua Ifigenia ; Oreste sul punto d’ es-
        sere immolato, sciama: « Ah! che la misera mia
        » sorella cosi cadde essa pure in Aulide ». Le
        più belle nascono dall’azione. Vedete l’ Edipo di
        Sofocle, e l’ Ifigenia in Aulide d’ Euripide (2).
          Varietà nei caratteri. Quello dei personaggi
        che sovente ritornano sulla scena , è sempre de-
        ciso  fra noi; ma soltanto nella sua generalità.

         (1) Aristot. della poet. e. 11  , 16, p. 660 , 66^.
         (a) Aristot. cita una ricognizione  operata da un
        mezzo assai stravagante  , cioè di una spola che Ja-
         ceva un  certo  strepito  ( Arisi,  arte  poet.  c.  16.
        p. 664. )  ••  questa trovavasi nel Tereo  di Sojode ,
         dramma perduto.
         (a) Aristot.  ivi.



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