Page 174 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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174     VIAGGIO  r>’ ANACARSI
           Teodetto . Volete dunque ch’io estingua
        quel tenero interesse che vi agita e che fermi
        il corso di quelle lagrime che versate con tanto
        piacere? La più bella ricompensa che per me
        accordare si possa alla vostr’anima piena di sen-
        timento, quella  si è di rendere perpetue più
        che sia possibile l’emozióni eh’ essa ba ricevute.
        Da quelle scene commoventi, in cui l’autore
        pone in opera tutti  i segreti dell’arte e dell'elor
        quenza, ne risulta  il patetico di situazione; e
        noi vogliamo un patetico che nasca dall’azione,
        che vada crescendo da scena a scena , e clie agi-
        sca sull’anima dello spettatore, ogni volta che
        il nome del dramma gli verrà all’orecchio.
          Zopiro. E non lo trovate voi in quelle tra-
        gedie, in cui  i buoni ed  i malvagi provano un
        cangiamento di stato?
           Teodetto. Io l’ho già dimostrato:  il piacere
        ch’esse producono  , somiglia troppo  a  quello
        che ci dà la commedia. È vero che gli spettato-
        ri cominciano  a gustare quella duplice rivolu-
        zione, e che qualche autore le assegna  il primo
        luogo: «ia per mio avviso  essa non merita che
        l’ultimo, e me ne riporto alla sperienza di Polo.
        <^)uali sono  i drammi che passano per veramen-
        te tragici (i)?
         (i) ArLtvt.  ivi.



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