Page 176 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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        passare da un perìcolo., e da una sventura  in
        un’altra. Euripide lo sottrae da questo secondo
        stato coll’ intervento d’una divinità: ciò poteva
        rendersi necessario nella sua Ifigenia in Taiiri-
        de. Nel suo Oreste per altro la cosa non anda-
        va cosi; e l’azione sarebbe stata piò tragica, se
        avesse abbandonato gli assassini di Clitenncstra
        ai tormenti del loro rimorso* Ma Euripide avea
        il difetto di fare scendere gli Dei con le macchi-
        ne* e non impiegava che troppo sovente questo
        golfo artificio per esporre il soggetto e scioglie-
        re l’azione.
          Zopiro. Condannate dunque le apparizioni
        degli Dei? Queste fanno pur bene allo spetta-
               '
            '
        colo !  •
          Niceforo. Ed al poeta non meno !
          Teodello. Io non le approvo se non nel ca-
        so che sia necessario di trarre dal passato o dal
        futuro  i lumi che per altra via non si possonò
        acquistare (i). Senza questo motivo il prodigio
        cade piò in onore del macchinista che  dell’ au-
        tore. Uhiformiamoci sempre alle leggi della ra-
        gione ed alle regole della verisimiglianza: la vo-
        stra favola sia disposta in modo che la sposizione,
        l’intreccio e lo scioglimento non abbiano stirac-
          ) Arisi, poel.  c. lò  , p. 664 *  .  »



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