Page 249 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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• NELLA GRECIA.  2 $9
    pingère la sorpresa «lei pómo colpo d’ occhio e
    l’illusione che ne venne dietro? Noi prestava-*
    mo i nostri sentimenti a quel marmo (i) e ci
    parèfva di vederlo respirare. Due allievi di Pras-
    sitele, venuti di recente da Atene per istudiare
    su questo capo d’opera , ci facevano osservare
    bellezze, di cui sentivamo l’ effetto senza saper-
    ne la causa. Fra gli astanti alcuno diceva: u Ve-
    li nere è discesa dall’ Olimpo per abitare fra
    » noi ». Un altro: « Giunone e Minerva se la
    » vedessero adesso, non oserebbero più lamen-
    » tarsi del giudicio di Paride (a) ». Un terzo:
    » La Dea degnossi altre volte di farsi vedere
    » svelata agli occhi di Paride, d’Anchise, e di
    » Adone: avrebbe mai fatto lo stesso con Pras-
    » sitele? Si, rispose uno degli allievi, gli 6Ì mo-
    li strò sotto la figura di Frine (3)»>. Di fatti al
    primo aspetto noi avevamo riconosciuta quella
    famosa meretrice. Da per tutto vedeaRsi i suoi-
    lineamenti,  i suoi sguardi.  1 nostri giovani ar-  :
    telici vi scoprivano nel tempo stesso  il sorriso
    lusinghiero di un’altra amante di Prassitele no-
    minata Oratine (4). in tal guisa  i pittori e gli
                         .  »  •  »
        -    •
     (1) Diod. Sicul.  I. a6  , p. 884.
     (2) Antolog.  I. 4,  c. 12,77. 3a5.
     (3) Ateneo  l. i3  , c. 6  , p. ògu
     (4) Clem. Alessand.  esortasi, p. 4?- Luciano ivù


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