Page 127 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SOLONE E LA SITA LEGISLAZIONE.  H7
    sione periodica. Era nel diritto d’ogni cittadino- di proporre alla
    prima assemblea d’ ogni anno  , quei mutamenti che credeva alle
    leggi. La proposizione era presa in esame da un comitato d’elia-
    sti designati dalla sorte  : cinque avvocati  scelti appositamente
    doveVan poi difendere dinanzi a quel comitato l’antica legge; e
    se restavan convinti della preferenza che meritava la nova.pro-
    jìosizione, questa era messa immediatamente in vigore. In que-
    sto  caso,  i  Tesmoteti  (che avevan molta pratica giudiziaria)
    erano autorizzati a rivedere tutto quanto  il codice, e a esporre
    alla corte legislativa ciò che a loro paresse contradittorio o su-
    perfluo. Cosi poteva avvenire che quella proposizione fosse riget-
    tata di novo, come in disarmonia con tutto  il restante.
      Compite queste leggi., furono iscritte su delle tavole giranti
    attorno a un asse verticale, e furori poste nell’Acropoli, di dove,
    n .seguito, vennero trasportate nel Pritaneo. Allora fu un andare
    e venire alla casa di Solone: chi per lodare, chi per biasimare,
    chi per suggerirgli un’ aggiunta, chi per notargli qualcosa che gli
    pareva di superfluo, chi per semplici schiarimenti. Lui dunque,
    importunato  di  ciò,  chiese  il permesso di viaggiare per dieci
    anni  ; e ottenutolo, parti da Atene. Cosi Plutarco: ma noi trovia-
    mo più probabile  l’ opinione del Thirhvall  ,  ‘ che Solone non  si
    itiovesM da Atene per parecchi anni onde osservare  gli effetti
    pratici delle sue istituzioni, e influire personalmente a fargli met-
    tere di bpne cadici. Poi, o perchè vedesse che le cose non anda-
    vano a modo suo, o perchè volesse davvero evitare quelle noiose
    sollecitazioni dei cittadini, o per altra ragione, parti. Andò pri-
    ma in Egitto dove ci si trattenne del tempo per .soddisfare il suo
    desiderio di filosofare co’ più erùditi di quei sacerdoti. Passò poi
    a Cipro e coadiuvò uno dei re di quell’ isola nella fondazione e
    ordinamento d’una città che  il  re, per segno  di gratitudine,
    chiamò Sofi dal nome di lui. Quindi si recò nell’Asia Minore; e
    andato  alla corte di Lidia, si racconta che  il re Creso gli do-
    mandò se lo credeva felice per  l’ immense ricchezze che posse-
    deva. Solone mostrò di non far nessun conto delle ricchezze, o
    rispose che nessun uomo al mondo può dirsi felice prima della
    sua morte. Il re di Lidia non apprezzò come doveva quella sen-
    tenza ma più tardi ne conoblie bene la molta saviezza, allorché,
      :
    vinto e fatto prigioniero da Ciro re dei Persiani, si vcdde vicino
      * Jiisi of Grttct, cap. XI*
                               DiflilJ' -  . hy Coogle
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