Page 129 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ATENE FINO ALLE GUERRE PERSIANE. H9
gialli , avevano alla loro testa Licurgo ; r Parali , o litlorani, eran
capitanati da Megacle nipote dell’ arconte del medesimo nome
che aveva consigliato ha distruzione dei |>arligiani di Cilone ; i
Diacri, o montanari , riconoscevano per loro capo Pisistrato
Ggliolo d’ Ippocrate e parente di Soloric. Quantunque questi par-
titi si trovassero malcontenti della costituzione di lui, e la vo-
lesse alterare ognuno di essi a proprio vantaggio, pure Solbne
fu accolto da tutti con quell’ onore e rispetto che gli era dovuto;
e lui cercò' di trarne proUlto, adoperandosi a conciliare fra loro
i capi delle divise fazioni. 1 suoi sforzi furon vani del tutto ;
s’accorse anzi che fra quei capi ce n’era uno di tanta ambi-
zione da far temere assai |x?r la libertà della (latria. Era questo
Pisislrato, illustre per nascita', potente per riccliezza, di cui, chi
volesse riferirne le virtù fra reali e a[)|»renli (tanto era esperto
simulatore e dissimulatore I), avrebbe molto da dire; chi volesse
poi parlare de’ suoi vizi, non potrebbe forse accusarlo d’altro
che di quella simulazione. Lui prode gm-rriero come n’ aveva
dato prove nelle guerre contro Megara ; lui tutto amabilità e cor-
tesia; lui soccorrevole verso i poveri, dolce e clemente co’ suoi
stessi nemici ;,lui zelante della giustizia e dell’ uguaglianza ; lui
sostenitore dell’ ordine e della costituzione stabilita da Solone.
Ma quest’ ultime qualità non erano che lipzioni , giacché covava
invece iPdisegno di rinnovare, alla prima opportunità, il tenta-
tivo di Cilone, ma con più fortuna di lui. E quando credè d es-
sersi conciliato abbastanza gli animi dei cittadini, e quell oppor-
il suo disegno ambizioso
tunità gli parve v.enuta, messe a (‘iretto
con uno strattagemma singolarissimo.
Apparve un bel giorno nella piazza d’ Atene su di un coc-
chio tirato da un paio di mule. Le mule sanguinavano per feriUt
che gli aveva fatto ad arte Pisistrato ; lui stesso s’era ferito il
corpo in più luoghi. Come l’eblie visto in quello stato la gente
che era li raccolta in bon numero, e gli ebbe richiesto ansiosa-
mente la ragione dell’ accaduto, il tlemagogo cominciò a parlare,
raccontò che era stato assalito e cosi malconcio da’ suoi nemici
politici, dai nemici della repubblica, da quelli del jiopolo ; e
rammentando in bel modo lutti i servigi che aveva reso allo Sta-
to, e osservando che la sua vita non era oramai più sicura, fini
coir implorare la protezione degli astanti. Questi, al racconto di
lui, fremeron di sdegno contro chi aveva attentato a’ suoi giorni,
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