Page 165 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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              COLONIE GRECOIE.  155
       I n costituzione politica di queste colimie fu aristocratica,
    essendo la più parte originate ’dai Dori ma come nelle città della
                     :
    Grecia, cosi in esse non mancarono gli ambiziosi che seppero
    inalzarsi alla tirannia. 11 primo a darne  l’ esempio fu Panezioda
    Leontini che  si  fece portare  al  intere dai poveri, dopo averli
    aizzati contro  i ricchi. Cosi avvenne ad Agrigento, cosi a Gela e
    a Siracusa  che furono le città preponderanti della Sicilia, cosi
    in iutte r altre. Fra  i tiranni d’ Agrigento si conta Falaride; in-
    caricato di dirigere la costruzione d’ un tempio di Giove, si cat-
    tivò  i lavoranti  : poi un bel giorno gli armò, e col loro mezzo
    s’ impadronì della cittadella. Fu tiranno famoso per le sue cru-
    deltà  :  le sue vittime, le chiudeva in un toro di rame a cui sot-
    toponeva del foco. Quando  il tpro cominciava ad arroventire, e
    gl’infelici rinchiusi in quello gridavano per dolore, i loro gemiti
    uscivano simili a inuggiti dalla bocca della bestia. Quel tormento
    orribile fu inventato dall’ ateniese Perdio  , che venne costretto
    dal tiranno a dargliene la prima prova. Regnò sedici anni, dopo
    i quali, nel 534, fu lapidato dalla moltitudine ammutinata. Dopo
    una breve libertà, Agrigento ricadde sotto altri tiranni.
       A Gela si fece tiranno Oleandro  ; assassinato poco dopo da
    un cittadino nominato Sabillo, l’autorità passò a Ippocrate figliolo
    di Oleandro. Questo si circondò d’ una forte truppa di mercena-
    ri, e riusci a mettere sotto  il suo dominio la metà della Sicilia.
    Alla sua morte, avvenuta nel 491  ,  il jiopolo di Gela  tentò di
    «cotere il giogo. La rivolta fu domata dall’energia di Gelone che
     pel suo zelante servizio ave\ a già ottenuto dal tiranno il comando
    della cavalleria ma invece di rendere allora  il potere ai figlioli
           :
     di chi  l’ aveva inalzato a quell’ alto grado, lo ritenne per sé. Poco
     dopo questo colpo di Stato, scoppiò a Siracusa una grave discor-
     dia fra il popolo e  i ricchi che fin allora 1’ avevano dominato ; e
     questi, trovandosi soccombenti, proposero al  popolo,  il quale
     accettò, di rimettere la decisione della loro querela a Gelone.
     Gelone venne a Siracusa pacificatore, e ci rimase tiranno. Fin
     da quel momento, non s’occupò clie d’aumentare la potenza della
            j e ne accrebbe la popolazione facendoci ve-
     sua nova capitale
     nire una parte degli abitanti di Gela, e quelli di Camarina, di
     Megara e  d’ altre  città che  distrusse. Arrivò  cosi a poter di-
     sporre  d’ una  forza che nessuna potenza della Grecia aveva
     l’ uguale.  Il suo potc*re  s’ estendeva  su tutta  la  Sicilia greca
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