Page 46 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 46

lezione terza.
       30
       lattea. Poco dopo, la dea mandò alla culla del bambino due ser-
       penti perchè l’uccidessero; ma lui, noiHrhe sbigottirsi punto,
       stese ambedue le piccole mani, e presi pel collo  i seri>enti gli
       strozzò. Fu poi allevato sul Citerone fra  i pastori (come  si dis^
       anche di Romolo), in mezzo a continui esercizi di forza. L’acqui-
       sto tale, in breve tempo, da superar d’assai  tutti gli  altri. Si
       distinse anche fra essi per la nobiltà dell’animo e iier l’amore
            ; giacché gli persuase a liberar Tebe (e la liberarono
       alla patria
       infatti sotto la guida di lui) dai .Mini d’ Orcomene che se l’crano
        assoggettata e ne ricavavano un  gravoso  tributo. La fama di
        questo fatto si sparse subito per tutta la Grecia, e  il nome d’Èr-
        cole fu generalmente esaltato.
          Allora comparisco nel Peloponneso. Euristeo, suo coetaneo
        e parente ma nemico fatale, era successo nel regno di Micene a
        suo padre Stendo. Conoscendo dunque  i  diritti dell’eroe al re-
        gno medesimo e tornendone  la potenza, ne. lo respinse, ordinan-
        dogli a una a una di compiere dodici gravi fatiche. Ercole non
        avrebbe voluto ubbidire ma esortato da Giove che aveva fatto
                  ;
        a Giunone  l’ imprudente giuramento che s’è detto,  e risaputo
        che dopo quelle fatiche  1’ aspettava  l’ apoteosi  , si messe all’ im-
        presa.
          Primieramente gli bisognò uccidere uno smisurato leone
        che si trovava nella selva Nomea. Era una bestia invulnerabile
        da qualunque arme  ; per cui Ercole  1 appostò nella spelonca che
                         lo strangolò. Della dura
        gli serviva  di  rifugio, e,  afferratolo,
        jielle  di  quel  leone, ne  usò  l’eroe, come  di una corazza,
        nell’ imprese  seguenti. — Fu mandato  allora a dar morte  al-
        l’idra  di  Lerna, che aveva cento  teste. Tagliandogliene una,
        gliene  rinasceva  .subito duo  nel  luogo medesimo.  Per ripa-
        rare  a tanta  difficoltà. Ercole ordinò  al suo compagno lolco
        di bruciar .subito ogni parte che fosse recisa da lui  , onde sta-
        gnare  lo sgorgo  del sangue  e impedir  cosi  il rinascimento
        delle  teste. La  bestia  fu vinta. Nel  fiele di  essa  1’ eroe tinse
        le sue  saette  ; cosicché  le  ferite  fatte  colla  loro punta erano
        irrimediabili. — La sua  terza impresa  fu  contro  il cinghiale
        d’ Erimanto che devastava  l’ Arcadia  : lo soggiogò e lo portò vivo
        a Euristeo che fu colto da gran paura al solo vederlo. — Com-
        battè solo  contro  tutt’ insieme  i  Centauri, animali mostruosi,
        metà uomini e metà cavalli  ; e parte ne uccise, parte si salvaron
                              Digitized by Google
   41   42   43   44   45   46   47   48   49   50   51