Page 46 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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lezione terza.
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lattea. Poco dopo, la dea mandò alla culla del bambino due ser-
penti perchè l’uccidessero; ma lui, noiHrhe sbigottirsi punto,
stese ambedue le piccole mani, e presi pel collo i seri>enti gli
strozzò. Fu poi allevato sul Citerone fra i pastori (come si dis^
anche di Romolo), in mezzo a continui esercizi di forza. L’acqui-
sto tale, in breve tempo, da superar d’assai tutti gli altri. Si
distinse anche fra essi per la nobiltà dell’animo e iier l’amore
; giacché gli persuase a liberar Tebe (e la liberarono
alla patria
infatti sotto la guida di lui) dai .Mini d’ Orcomene che se l’crano
assoggettata e ne ricavavano un gravoso tributo. La fama di
questo fatto si sparse subito per tutta la Grecia, e il nome d’Èr-
cole fu generalmente esaltato.
Allora comparisco nel Peloponneso. Euristeo, suo coetaneo
e parente ma nemico fatale, era successo nel regno di Micene a
suo padre Stendo. Conoscendo dunque i diritti dell’eroe al re-
gno medesimo e tornendone la potenza, ne. lo respinse, ordinan-
dogli a una a una di compiere dodici gravi fatiche. Ercole non
avrebbe voluto ubbidire ma esortato da Giove che aveva fatto
;
a Giunone l’ imprudente giuramento che s’è detto, e risaputo
che dopo quelle fatiche 1’ aspettava l’ apoteosi , si messe all’ im-
presa.
Primieramente gli bisognò uccidere uno smisurato leone
che si trovava nella selva Nomea. Era una bestia invulnerabile
da qualunque arme ; per cui Ercole 1 appostò nella spelonca che
lo strangolò. Della dura
gli serviva di rifugio, e, afferratolo,
jielle di quel leone, ne usò l’eroe, come di una corazza,
nell’ imprese seguenti. — Fu mandato allora a dar morte al-
l’idra di Lerna, che aveva cento teste. Tagliandogliene una,
gliene rinasceva .subito duo nel luogo medesimo. Per ripa-
rare a tanta difficoltà. Ercole ordinò al suo compagno lolco
di bruciar .subito ogni parte che fosse recisa da lui , onde sta-
gnare lo sgorgo del sangue e impedir cosi il rinascimento
delle teste. La bestia fu vinta. Nel fiele di essa 1’ eroe tinse
le sue saette ; cosicché le ferite fatte colla loro punta erano
irrimediabili. — La sua terza impresa fu contro il cinghiale
d’ Erimanto che devastava l’ Arcadia : lo soggiogò e lo portò vivo
a Euristeo che fu colto da gran paura al solo vederlo. — Com-
battè solo contro tutt’ insieme i Centauri, animali mostruosi,
metà uomini e metà cavalli ; e parte ne uccise, parte si salvaron
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