Page 48 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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38 LEZIONE TERZA.
rop:o ; ronscgna a FilotU'tc le sue suclte avvelenato ; e sale sopra
le fiamme. Il corpo suo mortale si consuma; ma intanto l’eroe,
coni’ era destinato da Giove e come s’ era meritato coi benclizi
resi all’ nmanità, va nell’ Olimpo dove
de' Numi
’
Giocondasi alla mensa, e cara sposa
Gli siede accanto la dal piè leggiadro
Ebe di Giove lìglia e di Giunone
,
'
Che muta il passo coturnato d' oro.
Ancorché un principe di quel nome fosso realmente vis.suto nella
Grecia, non è jmnto credibile che avrebbe potuto compire lui
solo (da jiarte il maraviglioso) tutto ciò che abbiamo narrato, e
tulio ciò che resterebbe ancora a narrare. Cosa si deve dunque
pensare dell’ Ercole della leggenda ? 11 dotto Thirlvvall, osser-
vando le imprese attribuitegli, trova che le si |)olrebbero distri-
buire in due classi : all’ una apparterrebbero le deviazioni date
al corso dei fiumi, le spaccature degli scogli, la distruzione de-
gli animali nocivi, e simili; all’altra, la difesa degl’innocenti
contro gli oppressori, la punizione dei furti e dell’ ingiustizie, lo
sterminio dei tiranni, l’uccisione dei nemici. Quindi incline-
rebbe a vedere in Ercole il rappresentante di due diversi stati
dell’umanità: jirima, dell’ umanità bambina 'che lotta contro la
natura per proteggere la propria esistenza dell’ umanità
; ix)i ,
adulta che si guerreggia fra se ; quando cioè sorgono delle tribù
rivali a contendersi il posses.so del terreno o il diritto di coman-
dare, e 1’ uomo non lotta più contro la natura ma contro 1’ uo-
mo. ’ Quest’interpretazione, noi la troviamo molto ingegnosa;
ma se si considera che l’ imprese furono ojierate da Ercole pro-
miscuamente e non con quella distinzione che l’ opinione del-
r illustre inglese richiederebbe , e che nessuna di esse si riferi-
sce alla religione che è il mezzo primo e principale por cui
rumaniti'i potè uscire dalla sua infanzia, noi tendiamo piuttosto
a vedere in Ercole una personificazione della forza materiale, for-
mata dall’immaginazione dei Greci, coll’ attribuire a un uomo
solo le fatiche di molti.
La fama d’Èrcole suscitò la smania d’ emularlo in una
^ Omero, Odissea XI.
a TUirlwall, c. Y.