Page 52 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 52

42        LEZIONE TERZA,
        e con tale intendimento riordinò le Panatenee in onore di Miner-
        va, onde fossero come la sanzione e  il ricordo della comune so-
        cietà politica. Per accrescere la popotazione d’ Atene invitò ad
        andarci quanti forestieri volessero, promettendogli che sareb-
        bero considerati  tutti ugualmente. Divise  la moltitudine in tre
        classi, nobili, agricoltori e artigiani, accorciando ai primi il di-
        ritto d’occupare le magistrature, d’interpretare le leggi divine
        e umane e di curare le cose di religione. In che rapporto stes-
        sero con questa  l’ altre due classi, non ci é possibile determi-
        narlo: chè Plutarco si limita a dire, che  i nobili stavano al di
        sopra per la dignità, gli agricoltori per l’utilità dei loro lavori,
        gli artigiani pel numero.*
          Ma alla natura inquieta e attiva di Teseo s’affac'eva più la
        vita d’ avventuriero che quella di re. Parli dunque novamente
        da Atene e ne stette lontano due anni, girovagando e facendo
        delle solite imprese, che noi per brevità non ripeteremo. Al suo
        ritorno in città, la trovò molto mutata e mal disposta verso di
        lui, per le brighe di Menesteo che, nell’ assenza dell’eroe, aveva
        fallo  il demagogo e  s’ era acquistato il favore della plebe. Non
       gli era più possibile di governare, né colla dolcezza che non era
       curata, né colla forza che era repressa dalle fazioni. Maledisse
       allora solennemente  gli Ateniesi e navigò a Sciro dove, poco
       dopo  , o cadde sdrucciolando da un precipizio, o ne fu gettato
       dal  re Licomede che voleva forse far cosa grata a Menesteo.
       Ouando, in tempi posteriori, Cimone riportò ad Atene lo sup-
       poste ossa di lui, gli Ateniesi  lo accolsero con gran pompa, e
       onorarono la memoria di Teseo come quella d’ un semideo.
          Anche in quel che riguarda Teseo, non é passibile distin-
       guece il vero dal liuto; e già, come s’é detto altrove, la storia
       certa non comincia che verso  il mille. È egli vissuto nemmeno?
       Forse  si  : ma noi incliniamo col  Thirlvi'all ’ a vedere in  lui,
       piuttosto che un individuo,  il rappresentante di tult’ un’epoca.
          Oltre all’ imprese individuali, come son quelle di Teseo o
       d’Èrcole, le leggendo dei tempi eroici ce ne raccontano parec-
       chie operate da molti individui, e anche da molti popoli collega-
       ti. Fra le tante, noi parleremo di sole tre: la guerra contro Tebe,
       la spedizione degli Argoaaini, e la guerra di Troia  ; non già per-
          * Plutarco, Testo, SS.
          * C. XI.
                               Digitized by Google
   47   48   49   50   51   52   53   54   55   56   57