Page 47 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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I TEMPI EROICI.  37
    fuggendo. — Raggiunse nella corsa, in cui era tenuta per inar-
    rivabile, una cerva dalle corna d’ oro. — Liberò  i dintorni del
    lago Stinfalo da una moltitudine innumerevole d’ uccelli gigan-
    teschi che gli mettevano a ruba.— Fu costretto a nettar le stallo
    d’Augia re dell’ Elide, che erano cosi piene di letame da infet-
    tar  l’ aria del paese circostante. E lui le nettò in un solo giorno,
    deviando  il corso dell’Alfeo e facendone passar l’acqua di per
    le stalle. — Domò un toro terribile che menava gran guasti nel-
    l’ isola di Creta, e lo condusse nel Peloponneso, attraversando
    il mare sul toro stesso. — Uccise  il re trace Diomede e lo detto
    a mangiare ai cavalli di lui che gli aveva sempre cibati de’ pro-
    pri ospiti.— Levò la vita, in Spagna, a Gerione che aveva tre
    corpi.— Trasse Cerbero dall’ Inferno. — E finalmente portò via
    dai giardini dell’ Esperidi  i pomi di oro che erano assiduamente
    guardati da un drago terribile.
       Son queste le dodici fatiche sostenute da Ercole pel volere
    del suo nemico Euristeo ma ne sostenne spontaneamente ben
               :
    altre nei suoi lunghi e svariati viaggi. Uccise  il gigante Anteo,
    nella Libia,  il quale, ogni volta che cadeva in terra abbattuto,
    si rialzava alla pugna con novello vigore  ; per cui  gli bisognò
    levarlo in alto e strozzarlo: seonfi.sse l’ Amazzoni, popolo di donne
    fornite di valore virilo che abitavano in Asia sulle rijie del Ter-
    modonte  : prese la città di Troia, per vendicarsi d’ un’ offesa ri-
    cevuta da Laomedonte che n’era re: partecipò alla spedizione
    degli Argonauti, alla caccia del cinghiale di Calidonia,e a tante
    altre, che sarebbe troppo lungo l’annoverarle. Anehe la .sua morte
    fu eroica. Avendo il centauro Nesso concepito una passione furiosa
    per la moglie di lui Doianira, Ercole  1’ uccise trafiggendolo con
    una delle saette che aveva tinto nel veleno dell’idra. Ne.sso che
    sapeva ciò, ponsò, morendo, al modo di vendicarsi. Nel .sangue
    che usciva dalla sua ferita, mescolato col veleno pestifero della
    .saetta, e’ tinse una tunica; e  la dette a Deianira dicendole, che
    quando Ercole se l’indossasse, non sentirebbe amore per altra
    donna che per lei. Doianira lo credè, e la detto al marito subito
    che le venne  il sospetto eh’ e’ fosse per usarle qualche infedeltà  :
    ma Ercole, non appena se l’ebbe messa,  si  senti orribilmente
    divorato da interno strazio. Consultò  l’oracolo e  il dio gli ri-
    spose:  si preparasse da se stesso un rogo  .sul monte Oeta, la-
    sciando Giove occuparsi del rimanente. Ed Ercole  si prepara  il
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