Page 49 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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I TEMPI EROICI.           39
         foHa di'conbemporanei fra  i quali si distingue Teseo. Egeo
     re d’ Atene, non avendo figlioli e desiderandone vivamente, andò
     a consultare in proposito Y oracolo di Delfo. Ne ricevè una .ri-
     sposta si oscura, che andò nel Peloponneso, a Trezene, per con-
     ferirne col sapiente Pitteo  il quale spiegò la risposta dell’ ora-
                        ;
     colo in modo da indurlo a sposare segretamente la sua figliola
     Etra. Quando questa fu doventata gravida, Egeo  riparti per
     Atene ma prima, aveva messo in una cavità e ricoperto con un
          :
     gran sasso una spada e un paio di sandali  ; e aveva dettò alla
     moglie che se partorisse un maschio, quand’ e’ fosse giunto alla
     virilità gli facesse smovcre  il sasso, pigliare quel che c’era sotto
     e che doveva servire a farlo riconoscer dal padre, e lo man-
     dasse ad Atene. Tenesse però celata * a  ^ tutti l’origine del suo
     figliolo  ; perché se no. Pallente fratello d’Egeo e padre di molti
     figlioli, nei quali  desiderava  che  cadesse  il regno  d’ Atene,
     avrebbe potuto tendergli insidie. Etra partorì un maschio a cui
     fu messo nome Teseo, e che in Trezene  si sparse voce essere
     stato generato da Nettuno. All’ età di sedici anni aveva già tanta
     robustezza di corpo, unita a prudenza e fortezza d’ animo, che
     Etra gli palesò la di lui vera origine, e gli comandò di prendere
     i contrassegni di sotto al sasso per j)Oi andar con quelli ad Ate-
                                                  '
     ne. Teseo gli prese, smovendo colla massima facilità  1’ enorme
                                            '  'W
    sasso che gli copriva.
       *^Per recarsi da Trezene ad Atene non ^solo la via di mare
      '
    era molto piò breve, ma era infinitamente più sicura che quella
                 «
    di terra: giacché la Grecia era corsa, in quel tempo, da ladroni
    e malfattori d’ogni genia, molti dei quali avevano esercitato, a
    proprio danno, la prodezza d’ Ercole. Per quella ragione il nonno
    o la madre dì Teseo lo scongiurarono assai a prescegliere la via
    di mare. Lui però era segretamente da molto tempo cosi ammi-
    ratore della  grandezza  d’Èrcole, che  di  notte sognava e dì
    giorno pensava sempre a emularne V imprese  ; e appunto per ciò  ''
    si volle incamminare attraverso  i luoghi efie presentavano più
    pericoli. Infatti nell’Epidauria incontrò Perifate che voleva im-
    pedirgli  il cammino ma Teseo  1’ uccise, e portò seco in trofeo^*"-
                   :
    la clava di lui, come Ercole aveva fatto  della pelle  del leonc.^
    Sull’ ismo  di  Corinto s’abbattè in  Sinni Curvapini,  il quale^J^
    quanti viaggiatori incontrava, gli legava a due pini piegati con
    tal violenza che, tornando poi liberamente alla loro posiziono
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