Page 51 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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              I TEMPI EROICI.  4i
   vendicarla portando guerra ad Atene. Aiutato anche da Giove,
   che colpi r Attica colla siccità e colla fame, la vinse  ; e si rista-
    bili la pace colla condizione che gli Ateniesi avrebbero contri-
    buito, ogni nove anni, sette giovanetti e sette ragazze che dove-
    van servir di cibo al .Minotauro, bestia mostruosa  , mezzo uomo
    e mezzo toro.
                     l’ avevan già pagato gli
      Questo tributo di vittime umane ,
    Ateniesi due volte, quando uno stuolo di Cretesi venne a risco-
    terlo per la terza, poco dopo  1’ arrivo di Teseo ad Atene. Teseo
    s’ offri volontario nel numero delle vittime  ; gli altri si estrassero
    a sorte. Parti l’eroe pieno di speranza d’ uccidere  il Minotauro
                              ;
    cosicché Egeo dette al piloto una vela bianca da inalberarsi al
    ritorno, se il suo figliolo ne uscisse salvo: ma, in caso diverso,
    conservasse alla nave, in segno di lutto, la vela nera che aveva
    appunto nel mentre partiva. Arrivato a Gnosso , fu cosi fortu-
    nato da innamorare di sé Arianna, figliola di Minosse  ; e istruito
    da lei del modo di non smarrirsi nelle innumerevoli giravolte del
    laberinto dove stava  il Minotauro, uccise  il mostro, e ne usci
    incolume coi compagni. Con questi e con Arianna riparti imme-
    diatamente alla volta d’ Atene  : ma la sua aiutatrice e amante
    e’ la lasciò, non si sa come, nell’isola di Nasso. Frattanto Egeo
    aspettava con ansietà  il ritorno della nave,  e stava spiandola
    dall’alto d’una rupe. Quand’ ecco apparisce lontana e confasa
    sull’ orizzonte  s’ avvicina e si fa più distinta ma la vela bianca
          ;            ;
    non sventola. Nell’ allegrezza della vittoria e del ritorno,  il pi-
    loto s’era dimenticato  di fare  il convenuto mutamento. Egeo
    dunque, vedendo la vela nera, pensò che  l’ impresa fosse andata
    infelicemente, e per disperato dolore  si precipitò dalla rupe.  Il
    vincitore accolse con gemiti la notizia della morte del padre e
    istituì delle feste per onorarne la memoria. La nave che  l’ aveva
    condotto a Creta fu conservala per 1000 anni  ; dopo  i quali, era
    stata tanto raccomodata e rattoppata, che poterono  i filosofi occu-
    parsi a questionare se fosse o non fosse più quella stessa.
      Doventato allora re d’ Atene, Teseo s’ occupò dell’ ordina-
    mento della città. La ingrandì unendo  la parto bassa alla parte
    alta, che cosi doventò la cittadella. Quindi la fece riconoscere per
    capitale da tutte  l’ altre città dell’ Attica, nelle quali abolì  i con-
    sigli e r autorità giudiziario, obbligandole a star soggette ai tri-
    bunali d’ Atene. Le volle anche fraternizzare per mezzo di feste;
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