Page 170 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī                                   169

            rompere il digiuno ed il ritardare il pasto prima dell’alba. Se noi consi-
            deriamo che la Gente del Libro sono coloro che osservano il loro Libro,
            sappiamo che il Vero ci ha privilegiati rispetto a loro per la grazia ag-
            giuntiva di af rettare la rottura del digiuno e di ritardare il pasto prima
            dell’alba, in quanto questo non era stato rivelato a loro e quindi essi
            sono stati privati di questa grazia. Se noi consideriamo che la Gente del
            Libro sono coloro su cui è stato fatto discendere un Libro da Allah, che
            essi vi si conformino o che non vi si conformino, è confermato per noi
            che Allah ha raf orzato quello così che noi fossimo distinti dalla Gente
            del Libro, in quanto era stato ordinato loro ed essi lo hanno trascurato
            non mettendolo in opera.

            Chi ritiene che [nello ḥadīṯ] l’espressione usata sia ukla [con la “u” ini-
            ziale], cioè un boccone, si accontenta di un boccone per garantire la
            dif erenza tra lui e la Gente del Libro, e questo è il minimo possibile.
            Chi invece ritiene che l’espressione usata sia akla [con la “a” iniziale],
            cioè un pasto, intende invece il consumare un pasto.
            Quindi fa parte della conferma di esso il fatto che il Profeta, che Allah
            faccia scendere su di lui la Sua ṣalāt e la Pace, lo abbia osservato, lo ab-
            bia ritardato ed abbia incitato a farlo: così lo ha reso Sunna sia a parole
            che a fatti. Egli ha detto: “Venite al pasto benedetto” come ha detto:
            “Venite alla ṣalāt”.

            Un’altra prova dell’importanza che egli, che Allah faccia scendere su di
            lui la Sua ṣalāt e la Pace, dava a questo pasto ed alla predominanza del
            mangiare rispetto al non mangiare, pur avendone chiaramente def nito
            il limite temporale, che è l’alba vera, è che quando si sente l’annuncio
            (nidāʾ) di essa, se succede in un paese in cui si sa che esso non viene fatto
            se non al sorgere [dell’alba], momento in cui è valida la ṣalāt, come fa-
            ceva Ibn Umm Maktūm all’epoca dell’Inviato di Allah, che Allah faccia
            scendere su di lui la Sua ṣalāt e la Pace, colui che sta prendendo il pasto
            prima dell’alba deve di norma smettere di mangiare. Orbene, [nello
            ḥadīṯ] gli è stato detto: “Quando lo senti ed hai una coppa in mano da
            cui stai bevendo, non smettere di bere l’acqua - malgrado la certezza [di
            ciò che hai sentito] - f nché non hai f nito ciò di cui hai bisogno”. Come
            ha detto Ḥuḏayfa: “È giorno, anche se il Sole non è ancora sorto”. Così
            egli ha attribuito il potere (ḥukm) allo stato del momento, che è l’esistenza
            [(wuǧūd) letteralmente l’esserci, il trovarsi], e respingere (dafʿ) è più facile
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