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26 I Segreti Del Digiuno
coloro che li seguono in questa comunità la Tradizione (šarīʿa)
autentica, riguardo alla quale non c’è alcun dubbio: essi sono i
più sapienti tra gli uomini per ciò che concerne la Legge (šarʿ),
anche se i dottori della Legge (fuqahāʾ) non riconoscono loro
questo fatto. D’altra parte per loro non è necessario apportare
la prova della loro veridicità, anzi essi debbono mantenere il
riserbo sulla loro stazione spirituale e quindi non confutano i
sapienti exoterici (ʿulamāʾ ar-rusūm) riguardo a ciò che per loro è
saldamente dimostrato, anche se sanno che in realtà si tratta di
un errore. La loro regola (ḥukm) è la regola del giurisprudente
(muǧtahid) a cui non spetta giudicare sulla questione se non per
ciò a cui lo guida la sua giurisprudenza e per ciò che gli apporta
la sua indicazione (dalīl): egli non deve giudicare in errore chi
dif erisce da lui nel suo giudizio, poiché il Legislatore ha stabilito
la validità di quel giudizio nei suoi riguardi. L’adab gli impone
di non ritenere sbagliato ciò che il Legislatore ha confermato
come giudizio, anche se la sua indicazione ed il suo svelamento
gli impongono di seguire il giudizio implicito in ciò che gli si è
manifestato e in ciò che ha contemplato. Tra i detti del Profeta,
che Allah faccia scendere su di lui la Sua ṣalāt e la Pace, è stata
tramandata l’af ermazione: “I sapienti di questa comunità sono
come i Profeti dei f gli di Israele” ( ), cioè posseggono quel rango
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(manzila) a cui abbiamo fatto riferimento. Invero i Profeti dei f gli
di Israele custodivano per questi [cioè gli Ebrei] le leggi dei loro
Inviati e le applicavano nei loro confronti, e analogamente fanno
i sapienti di questa comunità ed i suoi Imām, i quali custodiscono
per essa gli statuti del suo Inviato, su di lui il Saluto e la Pace, come
hanno fatto i sapienti tra i Compagni del Profeta e chi discese da
loro tra i seguenti e coloro che seguirono i seguenti, come aṯ-
16 ) Ḥadīṯ non recensito nelle raccolte canoniche.