Page 22 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
P. 22
Muḥyīddīn ibn ʿArabī 21
“All’epoca degli Inviati, il Perfetto (kāmil) era un
Inviato ed all’epoca della cessazione della Missione
il Perfetto è un erede (wāriṯ) e non è possibile che
l’erede si manifesti quando esiste ancora l’Inviato,
poiché l’erede non è tale se non dopo la morte
di colui da cui eredita, e non era possibile per il
compagno (ṣāḥib) avere questo rango quando c’era
l’Inviato. L’ordine (amr) discende in continuazione
da Allah, senza interruzione, e non lo ricevono in
modo perfetto se non specif camente gli Inviati;
quando essi mancano, allora quella predisposizione
(istiʿdād) viene fatta esistere in altri che gli Inviati ed
essi ricevono quella discesa divina nei loro cuori e
vengono chiamati eredi, senza che si applichi a loro
il nome di Inviati malgrado vengano informati da
Allah mediante la discesa divina. E se in questa
discesa divina vi è un giudizio legale (ḥukm), colui
su cui essa discende lo prende e giudica con esso,
ed egli è colui che nel linguaggio dei sapienti
exoterici viene chiamato il giurisprudente, che
secondo loro [i sapienti exoterici] deduce il giudizio.
[…] Noi non diciamo però che la giurisprudenza
è ciò che af ermano i sapienti exoterici, bensì per
noi la giurisprudenza è il prodigarsi al massimo
per ottenere la predisposizione interiore tramite la
quale si riceve questa discesa specif ca che, al tempo
della Profezia e della Missione, non riceveva se non
un Profeta o un Inviato. Sennonché non c’è modo
che sia in disaccordo con un giudizio che è stato
af ermato dall’Inviato, che Allah faccia scendere su