Page 23 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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                  di lui la Sua ṣalāt e la Pace, sulla stessa faccenda e
                  se non è quello sulla stessa faccenda [o in realtà],
                  non  viene  proiettato  a  questo  giurisprudente  che
                  abbiamo menzionato se non ciò che era il giudizio
                  sulla  stessa  faccenda,  al  punto  che  se  l’Inviato,
                  che Allah faccia scendere su di lui la Sua ṣalāt e la
                  Pace,  fosse  vivente  avrebbe  giudicato  così.  Inoltre
                  egli ha ratif cato il giudizio del giurisprudente, e se
                  sbaglia, il giurisprudente non sbaglia se non nella
                  predisposizione,  come  abbiamo  menzionato,  e  se
                  avesse correttamente ottenuto la predisposizione non
                  sbaglierebbe  af atto.  Ma  non  è  un  giurisprudente
                  nel giudizio, bensì è uno che trasmette ciò che ha
                  ricevuto dal Vero, che è disceso su di lui nella Sua
                  epifania, e questo è raro nella comunità, e non si trova
                  se non tra i solitari (afrād). Il loro segno distintivo è
                  che essi non divergono mai nel giudizio, per l’unicità
                  della missione in questa epoca, e se divergono essi
                  non  sono  quelli  che  abbiamo  menzionato”  [Cap.
                  359 (III 270.27)]

            Nel dominio exoterico lo sforzo del giurisprudente consiste
            nella ricerca di una indicazione nelle fonti legittime del diritto,
            mentre nel dominio iniziatico lo sforzo del giurisprudente
            consiste in un lavoro interiore che lo predisponga a ricevere
            una discesa divina. Il primo giurisprudente si basa su uno
            studio  dei  testi  e  su  un  lavoro  mentale  di  rif essione,  il
            secondo su una visione interiore:

                  “Il giurisprudente ed il rif essivo non si basano mai
                  su una visione interiore in ciò che essi giudicano”
                  [Cap. 289 (II 645.3)];
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