Page 53 - Edipo e la mitologia comparata saggio critico di Domenico Comparetti
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      natura, e se colui che le couiiiietio non ne ha la
      coscienza, o le ha commesse suo malgrado, o può
      anche scusarsene colle migliori ragioni del mondo,
      si potrà dire che la sua è disgrazia, ma non per
      questo potrà egli sottrarsi alle conseguenze; come
      un uomo che piombi giù da una fabbrica non è nien
      soggetto a frangersi le membra se ne sia caduto
      per caso, di quello sarebbe se  si fosse gittate giù
      con animo deliberato. L’idea di questa legge di
      rapporto infallibile come fra causa ed effetto, fra
      azione e reazione,  si ritrova in tante altre manife-
      stazioni dell’idea morale greca, come a mo’ d’esem-
      pio, nella truce  inflessibilità delle erinni implaca-
      biU, furibonde, che non conoscono nè ragione nè
      scusa, ma dal male ricavano male, e gavazzano,
      secondo l’idea del grandissimo tragico, nel sangue
      aggrumato delle vendette omicide, nè mai la scia-
      gurata preda abbandonano, ma, indipendenti dagli
      uomini e dagli Dei, senza posa urlando, ripetono il
      truculento inno ini  rtù reSu/jici/to. La stessa legge
      trovasi pure fortemente pronunziata nelle idee an-
      nesse alla maledizione patema, idee del resto non
      soltanto greche e delle quali le tracce non sono
      paranco perdute. Come il sasso che scagliato dalla
      mano deve colpire, sia qualunque la ragione per cui
      è stato scagliato, e quand’anche la mano che lo
      scagliò volesse ritirarlo, non potrebbe tornare ad-
      tlietro, così la maledizione una volbx profferita deve
      produrre  il suo effetto funesto, quand’ anche occa-

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