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                                       º
     getti trascendentali (*); comechè solo
      esistano in noi medesimi, prima ed
                          -     - i
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                                          s
        (*) Sinchè il filosofo considera o giudica
      p. e. l'oggetto, cui vede rotondo, poter essere
      angolare, od esistere più nella propria idea
      che dove lo vede, od essere l'oggetto ve
      duto ed il soggetto veggente una sol cosa
      ec., sinchè giudica insomma del modo in
      che gli oggetti sono, indipendentemente da
      quello in che li percepisce, il suo modo
      di vista è come dissi trascendente. Il per
      chè potrebbe dirsi filosofia trascendente lo
      studio dell'obbiettivo considerato per se
      stesso, e sotto questo rapporto non sarebbe
      trascendente la dottrina delle idee innate,
      bensì l'altra di Leibnizio, quando suppo
      neva le monadi e l'armonia prestabilita.
     Sì tosto però che il filosofo giunge ad ima
     ginare, la propria maniera di essere potere
     influire sull'oggetto percepito, in quanto
     al modo di conoscerlo e giudicarlo, e che
     cerca nelle sue percezioni distinguere quan
     to può dall'oggetto procedere, da quanto
     può esservi aggiunto del proprio ai sog
     getto, allora le sue indagini ed il suo
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