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perché sono corpo ma il loro corpo è altrove, non ritroviamo le caratteristiche degli animali selvatici:
è tangibile, non è visibile perché l’amore non si scatti, impulso, istinto predatorio, che ormai, nella
vede e non si tocca, un amore non corrisposto. nostra quotidianità, possiamo utilizzare in sedi sepa-
Ophelia muore cantando sull’acqua inconsapevo- rate, in lui sono molto esposte, per quello Bruno ha
le o forse consapevole di Amleto, perché Ophelia una doppia valenza e per alcuni può essere una figura
si uccide, Amleto no, per questo è reale, tocca con molto forte, quello che mi fa avvicinare a lui è il rap-
mano l’amore e ne rimane bruciata, Amleto lo re- porto che ha con le cose: non ha paura di avvicinarsi
spinge e infatti ad Amleto rimane un teschio, figu- alle cose, lui si immerge nelle cose (sangue, pelli)
ra della morte, mentre lei simboleggia la vita e tutto ciò che l’uomo occidentalizzato evita, lui inve-
l’eros. Sto iniziando a fare un lavoro su Bruno, il ce ci si immerge, perciò è interessante come, attra-
più particolare per me, perché volevo fare un verso i suoi occhi, avvertiamo primitivismo dello
omaggio al padrone di casa, a chi ha creato Moli- stupore dell’uomo che riconosce una pelle di una
neddu, e ci sono state una serie di coincidenze per volpe e dirlo io che sono una vegetariana mi fa tanta
cui ho esposto il suo viso all’interno di un braciere fatica, oppure nei piedini d’agnello, non ha paura di
e il viso di Bruno è stato bruciato da un braciere ed scendere negli abissi, nel lato ombroso dell’uomo,
io, senza saperlo, ho dato a Bruno questa foto, e questo lato fa parte di tutti noi, solo che molti di noi
cosa abbiamo pensato con Bruno, che in realtà noi lo celiamo, perciò m’interessa vedere quello che
lo restituivamo alla vita, d’improvviso quel viso Bruno fa per riconoscere quella parte di me che io
bruciato veniva mostrato, perché generalmente sai tengo segregata e nascosta. Bruno non è scindibile
che chi ha una ferita di questo tipo tende a nascon- da Molineddu, e Molineddu non si può scindere da
derla, invece con Bruno l’abbiamo mostrata. Un Bruno, sono due cose uniche. Nel commento esausti-
altro lavoro, Bruno che dialoga con sua sorella, vo di Giusy Calia trapela un senso di profonda cono-
Assunta vista come la Madonna, c’è questo rap- scenza e ammirazione per la personalità fuori dal
porto simbiotico con la sorella che tiene il corpo comune di Bruno, che viene sviscerata sino ad ad-
di Bruno in braccio, come la Madonna con Cristo dentrarci nei suoi lati più profondi. Un’artista degno
e anche questa è una singolare cosa perché Assun- di nota per i suoi quarant’anni d’arte di mostre nazio-
ta mi ha raccontato che è stata lei a tenerlo in brac- nali e internazionali, di cattedre e insegnamento tra
cio al momento della bruciatura, è come se ricom- istituti d’arte e Accademie, è indubbiamente Igino
ponessimo in qualche modo, con questa piccola Panzino che, nel 2000, crea un’installazione tutt’ora
installazione, ciò che è rimasto dell’arte/vita di visitabile a Molineddu, perché facente parte della
Bruno. Francesca: Cosa è per te l’arte di Bruno? sala interna. L’opera è suddivisa in due piani: in
Giusy Calia: L’arte di Bruno è un’arte molto sin- quello superiore una grande tegola di legno rettango-
golare. Bruno per me ha due caratteristiche impor- lare, di un rosso vermiglio; in quello inferiore dei
tanti: una parte animalesca evidente, come se fos- campanacci di un gregge di pecore sospesi in aria
se un lupo, parte integrante della natura, in Bruno tramite lenza, essa collega la parte superiore a quella
Ophelia
Giusy Calia 43