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Arte-Cultura
sottostante. Chi, una volta giunto sulle scale, sfiora i
fili tesi da sotto, avverte il rumore dei campanacci, i
quali emettono un suono differente a seconda dell’or-
dine in cui vengono mossi i fili, un po’ come qualsi-
asi altro strumento musicale: fusione tra due forme
d’arte, l’installazione e la musica, un contrasto fra
l’arte contemporanea, la materia, la modernità dell’a-
strattismo e delle geometrie per riemergere sul fondo
delle radici antiche dei nostri avi: la pastorizia, gli
animali di Madre Natura. 24 Aprile 2017 France-
sca: Quanto l’arte può aiutare a far emergere la tua
personalità? Igino: Anche nel caso in cui si abbia del
talento, l’arte non è data di natura, al contrario, per-
ciò è la personalità che ognuno di noi è stato capace
di costruirsi che può aiutare a far emergere l’arte.
Francesca: Per poter essere apprezzati nel vasto
campo dell’arte contemporanea, occorre essere rivo-
luzionari o/e anticonformisti? Igino: Per essere ap-
prezzati dall’attuale sistema dell’arte non occorre né
essere rivoluzionari né anticonformisti, bisogna
semplicemente saper interpretare le regole di questo
sistema così profondamente legato al mercato; è suf-
ficiente cioè mettere a punto un prodotto che soddi-
sfi, non più una domanda culturale, ma una richiesta
commerciale. Francesca: In che modo la tua arte si
rapporta a Molineddu? Igino: Il mio rapporto con la
manifestazione di Molineddu si sarebbe potuto esau-
rire con la realizzazione dell’installazione sit-speci-
fic, ancora esistente, che realizzai per una delle pri-
missime edizioni del meeting. Ho sempre rinnovato
la presenza soprattutto perché mi piace l’aspetto di
festa di popolo che, con gli anni, Molineddu ha ma-
turato, oltre che per l’amicizia personale con Bruno
Petretto. Francesca: Suggerimenti per poter miglio-
rare o aggiornare l’evento annuale dal punto di vista
artistico? Igino: Accentuerei questo aspetto trasfor-
Il Custode mandola in una vera e propria festa dell’arte, puntan-
Carmelo Iaria do anche su una dimensione fieristica dove, per
esempio, ogni artista possa disporre di una propria
bancarella (spazio) dove proporre quanto di più fe-
“Per essere apprezzati dall’at- staiolo e fieristico possa inventare. Parliamo adesso
con Carmelo Iaria, autore di un’ampia fusione di ele-
tuale sistema dell’arte non oc- menti naturali, si rimette in gioco proponendo diver-
se opere nel corso degli anni a Molineddu: tre bloc-
corre nè essere rivoluzionari nè chi di pietra distesi sul terreno con all’interno
dell’erba, a fianco una ciottola con un cucchiaio, in
anticonformisti, bisogna sempli- modo che la gente, una volta percorso quel tratto,
cemente saper interpretare le re- possa e voglia annaffiare il prato. Un esempio di buo-
na educazione civica. L’opera che quest’anno pre-
gole così profondamente legate senta, invece, è del 2015. “Il custode”, un mezzo bu-
sto dal volto scoperto eccetto negli occhi, inesistenti,
al mercato” che affiora nel bel mezzo del prato, al centro dell’an-
fiteatro. Un’opera scultorea enigmatica e di presenza
scenica, all’apice della dignità. L’opera è sempre
Igino Panzino
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