Page 13 - IL TASSELLO MANCANTE
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Aveva imbarcato molta acqua… cercò la sassola, ma anch’essa
era sparita… afferrò allora il secchiello, rovesciò il pescato sul
pagliolo e lo utilizzò per buttare fuori bordo quanta più acqua
poteva.
Gli erano ancora rimasti i remi… ma cosa poteva fare con la sola
forza delle braccia in quella tempesta? E soprattutto… in che
direzione avrebbe dovuto remare, senza conoscere da che parte si
trovava la riva?
Non poteva davvero far nulla… se non aspettare e sperare. Si
rassegnò ad attendere che la tempesta cessasse, ma la sua attesa
durò tutta la notte…
Pensava continuamente a Laura… Non vedendolo tornare, si
sarebbe certamente preoccupata… lo avrebbe cercato
inutilmente sul cellulare… Quel cellulare che ormai, per la sua
stupida imprudenza, era finito in fondo al mare.
Solo all’alba vide una parvenza di luce filtrare tra le nuvole, che
finalmente si stavano diradando… Anche il vento iniziava ad
affievolirsi e le onde erano adesso molto più dolci e sopportabili…
Aveva passato indenne il pericolo di naufragare, ma era
stanchissimo… davvero distrutto. Non chiudeva occhio da molte
ore e aveva braccia e gambe indolenzite.
Non si perdonava nessuna delle leggerezze commesse… si
sarebbe preso volentieri a schiaffi per le scelte fatte, una
peggiore dell’altra… Un minimo di prudenza gli avrebbe
consigliato di rimandare il suo giro… non partire senza aver
assicurato prima il motore all’imbarcazione con un solido cavo.
No… non poteva incolpare l’amico Mario… Nessuna scusa. Ogni
responsabilità era soltanto sua.
“Sono cose che succedono ai principianti, ai diportisti della
domenica… non a uno come me!” si ripeteva di continuo.
Cosa poteva fare adesso? Non gli restava che sperare nel
passaggio casuale di qualche imbarcazione nelle vicinanze. Un
peschereccio… uno yacht… un traghetto… Ma se non fossero
passati davvero vicino, forse non si sarebbero neppure accorti
della sua presenza.
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