Page 10 - IL TASSELLO MANCANTE
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sue stanze era un quadro meraviglioso, con il mare e il cielo sullo

            sfondo… un quadro sempre uguale e sempre diverso ogni giorno.
            Si  trattava  della  vecchia  casa  dei  genitori,  non  troppo  distante
            dalla Baia dei Balzi Rossi, rimasta a lungo abbandonata alla loro

            morte e rinata a nuova vita grazie alla passione sua e di Laura.
            Le altre case del piccolo borgo erano invece un po’ più distanti e

            proprio là vivevano i suoi amici più cari, compagni di serate e di
            gite  in  barca.  Antonio  De  Leo,  il  più  giovane,  era  un  suo
            compagno  di  classe  delle  Superiori.  Da  ragazzi  erano  sempre

            insieme,  quasi  inseparabili,  anche  se  spesso  in  contrasto  per  il
            loro  carattere  decisamente  diverso…  uno  serio,  responsabile  e

            operoso….  l’altro  leggero,  dedito  al  divertimento  e  incapace  di
            assumersi  la  minima  responsabilità.  Scapolo,  ricco  e  senza  la
            minima intenzione di formarsi una famiglia, era sempre in giro,

            alla ricerca di compagni per i suoi viaggi e di complici per le sue
            birbonate, talvolta un po’ fuori dalle righe. Figlio di un facoltoso

            Chirurgo,  già  titolare  di  una  Clinica  privata  a  Milano,  aveva
            ereditato da suo padre una vera fortuna, alla quale attingeva con
            grande disinvoltura. Si erano persi di vista con gli anni, per poi

            ritrovarsi casualmente vicini di casa. Gli altri due, invece, erano
            amici  di  fresca  nomina,  conosciuti  da  poco  più  di  un  anno

            durante  una  gita  in  pullman,  nella  quale  avevano  scoperto  di
            abitare a neppure un chilometro di distanza, senza essersi mai
            visti prima di allora. Si chiamavano Silvio e Rinaldo Gatti, due

            fratelli  sulla  quarantina  figli  di  vecchi  pescatori  del  luogo,  che
            avevano però deciso di non seguire il mestiere dei genitori, anche

            perché, con una vera ‘botta di fortuna’, erano riusciti a rilevare
            un  avviato  gar–gelateria  all’interno  dei  Giardini  Hanbury,
            proprio  accanto  a  un  tratto  della  antica  via  Julia  Augusta,

            rimasto  esattamente  com’era  da  quando  era  percorsa  dalle
            Legioni  Romane  dirette  nella  vicina  Gallia,  grande  motivo  di

            attrazione,  assieme  alle  meraviglie  del  Giardino  botanico,  per
            centinaia  e  centinaia  di  turisti  estate  e  inverno.  Oltre  a  loro,
            nelle  vicinanze,  abitava  soltanto  Irene  Casati,  una  donna  sulla

            settantina  sempre  scorbutica  e  solitaria,  che  accennava  un
            saluto  solo  quando  si  trovava  faccia  contro  faccia  con  qualcun



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