Page 25 - IL TASSELLO MANCANTE
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Credevi davvero di aver chiarito la tua posizione? Mi fai ridere…

            il  tuo  racconto  non  sta  in  piedi.  Questa  storia  della  gita  in
            barca… la tempesta… giorni e giorni per percorrere poche miglia
            di mare… il tuo ritrovamento sul molo dove non si sa chi ti abbia

            portato. Ci sono mille aspetti che non quadrano per niente. Con
            la tua scaltrezza, quando hai capito che stavamo per incastrarti

            hai finto di ritrovare improvvisamente la memoria per cercare di
            fuggire  ancora  una  volta,  dopo  aver  abbindolato  medici  e
            infermieri.  Loro  potevano  anche  cascarci…  Ma  a  me  non  la  si

            fa!”.
            “Ma  cosa  dice…  sta  scherzando?...  Ma  quale  contrabbando

            d’armi… Io non so niente di questa storia, io sono Roberto Neri,
            ve l’ho già detto!”
            “Non  saresti  il  primo  ad  avere  una  doppia  vita  e  una  doppia

            identità…  forse  è  proprio  per  questo  che  sei  sempre  riuscito  a
            sfuggire alla cattura. Ma questa volta sei fritto, mio caro… tu es

            frit!  Adesso  faremo  entrare  i  tuoi  complici,  che  sono  già  ospiti
            delle  nostre  prigioni  e  aspettano  soltanto  te.  Ti  metteremo  a
            confronto con loro… Cominci a tremare, vero?”

            Roberto  chiuse  gli  occhi  un  momento…  Gli  sembrava  di  vivere
            in un film… Uno di quei film surreali in cui il protagonista viene

            assorbito  attraverso  lo  schermo  in  un’altra  dimensione  e  vive
            una vita parallela... Per un momento fu preso dallo sconforto, ma
            si  riprese  subito.  Perché  temere  un  confronto?  Sarebbe  venuto

            fuori in un momento che lui non c’entrava nulla, nessuno di quei
            malandrini  poteva  conoscerlo!  Decise  quindi  di  affrontare  la

            situazione a testa alta… pochi minuti e finalmente quell’incubo
            sarebbe finito.
            Gli agenti lo accompagnarono in un locale attiguo e gli chiesero

            di disporsi a caso tra altre quattro persone, già affiancate spalle
            al muro lungo una parete, per un ‘confronto all’americana’.

            Poi fecero entrare, uno alla volta, i cinque  presunti complici.
            Il  risultato  fu  lo  stesso  ogni  volta…  Ognuno  di  essi,  appena
            entrato, puntava immediatamente il dito verso di lui.

            E non si limitava a questo… ne indicava anche nome, cognome e
            soprannome… Federico Rossetti, “Er Cobra de Roma!”…



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