Page 27 - IL TASSELLO MANCANTE
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3 – LE INCREDIBILI ACCUSE
Roberto non si dava pace… Era stato costretto a interrompere le
telefonate con il suo amico Antonio ancor prima di aver ottenuto
la minima notizia su Laura. E lui si trovava in una cella della
Maison d’Arrêt di Nizza, scambiato per un pericoloso trafficante
d’armi e guardato a vista.
Era ormai sera… un secondino gli passò un vassoio con la sua
cena attraverso lo spioncino:
“Voici son déjeuner. Profitez de votre repasdisse! Ecco il suo
pranzo, buon appetito!” disse ironico.
Dopo una mezz’ora spensero la luce. Al povero Roberto, più
scombussolato che mai, non restò che tentare di adattarsi alla
meglio su un pagliericcio scomodo e maleodorante, cercando di
riposare. Non avrebbe mai pensato di trovarsi a rimpiangere la
comodità di un letto di ospedale… Ma era troppo stanco per
tentare ancora una volta di capire gli avvenimenti di quei giorni.
Dopo qualche minuto, vinto dalla stanchezza, si addormentò
profondamente.
Fu svegliato all’alba da un raggio di sole, che filtrando da una
piccola finestra, proiettava sulla parete l’ombra netta di una
grata.
In un momento ricordò dove si trovava. Si mise seduto sul
pagliericcio, braccia e gambe penzoloni. La disperazione aveva
ceduto il passo a una sorta di rassegnazione… Ma perché tutto
quell’accanimento contro di lui? Anche se era rimasto in stato di
incoscienza per alcuni giorni, sapeva bene di non essere lui quel
trafficante… non poteva esserlo! Perché quelle accuse assurde?
Sarebbe mai riuscito a uscirne? E anche in caso affermativo…
quanto tempo ci sarebbe voluto?
Cercava di non perdersi d’animo, ma la preoccupazione per la
sorte di Laura non gli dava tregua. Non aveva la minima idea di
cosa gli riservasse il futuro. Non avrebbe mai creduto possibile
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