Page 36 - IL TASSELLO MANCANTE
P. 36

Ed ecco finalmente il commissario Rinaldi, accompagnato da due

            agenti. Tenendo in mano le carte del suo ‘passaggio di consegna’
            lo invitò a salire in macchina e iniziò il suo trasferimento, da un
            carcere all’altro.

            Durante il viaggio, Rinaldi si rivolse a lui con tono minaccioso:
            “Ho  sentito  che  a  Nizza  è  stato  vittima  di  un  grossolano

            equivoco…  Le  è  andata  bene…  Ma  qui  invece  non  c’è  nessun
            equivoco, mio caro. Abbiamo la testimonianza oculare di una sua
            vicina, che ha già messo tutto nero su bianco.”

            Roberto  tentò  di  iniziare  con  le  sue  spiegazioni  ma  il
            commissario lo interruppe all’istante:

            “Parlerà stasera, quando ci sarà il primo interrogatorio. Lei ha
            un avvocato?"
            “No, non ne ho”.

            “Allora potrà avvalersi dell’avvocato d’ufficio… anche se in realtà
            le consiglierei di trovarsene uno privato. Bravo, possibilmente…

            perché lei è davvero nei pasticci.”
            Quelle  parole  non  gli  erano  nuove...  Poi  iniziò  a  pensare
            seriamente  al  da  farsi…  avvocato?  Non  ne  aveva  mai  avuto

            bisogno. La sua vita era sempre stata tranquilla, senza problemi
            e senza contrasti degni di nota.

            Al  massimo  una  lite  al  bar,  due  parole  di  troppo  per  un
            parcheggio… Nulla che richiedesse la consulenza di un legale.
            Ma forse adesso era giunto davvero il momento di pensarci. Da

            qualche settimana la sua vita era stata stravolta dagli eventi e
            non aveva ancora idea su come ne sarebbe uscito.

            “Perier, Perier… perché non hai un fratello gemello qui da noi?”
            pensò sospirando.
            Poi cercò di mettere a fuoco gli avvenimenti di quei giorni… La

            preoccupazione  sulla  sorte  di  Laura  lo  faceva  star  male  e  il
            pensiero  di  essere  addirittura  accusato  del  suo  omicidio  gli

            causava un opprimente mix di ansia e incredulità.
            Irene…  quella  stramaledetta  impicciona…  ma  cosa  aveva  mai
            sognato? Per quale motivo aveva formulato una tale accusa nei

            suoi  confronti?  In  tanti  anni  di  convivenza  lui  non  aveva  mai
            alzato neppure la voce con Laura, figurarsi le mani.



                                                                                         34
   31   32   33   34   35   36   37   38   39   40   41