Page 41 - IL TASSELLO MANCANTE
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ingresso,  seguito  da  due  poliziotti  a  breve  distanza.  Spinse  la

            porta ed entrò, percorse il lungo corridoio e si recò nella camera
            da  letto,  seguito  dallo  sguardo  vigile  del  commissario,  che
            studiava ogni sua mossa.  Tutto era come gli aveva descritto il

            suo  amico.  Sembrava  davvero  una  casa  abbandonata.
            Dappertutto disordine, buio e silenzio… Si soffermò a guardare il

            ripiano  del  comodino,  poi  si  chinò  per  cercare  anche  sul
            pavimento:
            “Nessun  biglietto”  disse,  rivolto  a  Rinaldi  “E’  qui  che  lo  avevo

            posato. E’ sparito.”
            Poi  si  spostò  in  cucina…  tutto  era  ancora  come  lasciato  quel

            sabato  sera  con  gli  amici…  nessuno  aveva  rimesso  in  ordine  o
            spostato  qualcosa.  Roberto  era  sempre  più  incredulo  e
            preoccupato.  Ma  era  giunto  il  momento  di  scendere  nel  box.  Si

            avvicinò alle scalette e disse:
            “Ecco  commissario…  questa  è  la  scala  che  ha  disceso  Antonio

            mentre era in linea con me… poi quando è arrivato nel box ho
            sentito esplodere quel colpo di pistola e poi le sue urla… sarà lì,
            steso sul pavimento… Volete scendere prima voi?”

            “No, vada lei… ma non tocchi nulla e stia attento a dove mette i
            piedi” rispose Rinaldi, facendo segno ai poliziotti di seguirli “Poi

            faremo intervenire il medico legale”.
            Roberto scese lentamente e aprì con cautela la porta del box. Ma
            fece un solo passo e si arrestò, guardando a terra sorpreso… sul

            pavimento non c’era niente… Nessuno!
            “Ma… com’è possibile?” esclamò a voce alta, incredulo.

            Il  commissario  e  gli  agenti  scrutarono  a  loro  volta  il  locale.
            Nessun  corpo  a  terra…  nessuna  pozza  di  sangue  sul
            pavimento… niente di anomalo!

            “E  io  che  stavo  per  crederle!”  attaccò  Rinaldi,  fuori  di  sé.  “Qui
            non c’è nessun corpo!”

            Ciò  detto,  afferrò  per  un  braccio  il  frastornato  Roberto  e  lo
            consegnò ai poliziotti:
            “Portatelo in macchina!”

            “Ma… ma…” balbettava Roberto, smarrito…





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