Page 48 - IL TASSELLO MANCANTE
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Romina, dei Vip del Grande Fratello, dei Principi d’Inghilterra e

            di  cento  altri  protagonisti  di  primo  piano  del  gossip
            internazionale,  di  cui  conosceva  davvero  troppo  poco.  Come
            aveva potuto vivere nell’ignoranza fino ad allora?

            Trascorse leggendo il resto del pomeriggio… Alla fine si lavò le
            mani per dieci minuti e consumò in silenzio la frugale cena che

            passava il convento. Poi riprese in mano il telefonino e provò a
            comporre per un’ultima volta il numero di cellulare di Renato…
            Niente…  Era  inesistente  e  basta.  Stufo  di  sentirselo  ripetere,

            cancellò con rabbia il numero dalla rubrica.
            Dopo  una  notte  piuttosto  tranquilla,  fu  svegliato  di  prima

            mattina  dalla  voce  del  commissario  Rinaldi,  che  gli  urlò,
            attraverso lo spioncino aperto, senza neppure entrare:
            “Sto  andando  ad  accompagnare  gli  agenti  della  Scientifica  al

            sopralluogo nel suo box… saranno impegnati tutta la mattinata.
            Forse  avrò  i  risultati  dei  loro  rilievi  a  metà  pomeriggio…  più

            tardi riferirò alla Palmieri. Saluti.”
            Il  suo  tono  era  risoluto,  ma  non  ostile.  Roberto  si  sentì
            rinfrancato  e  speranzoso…  Viveva  la  gradevole  sensazione  di

            non essere più nel centro del mirino.
            Riprese in mano quelle riviste strappate e bisunte: erano rimaste

            per  ultime  quelle  femminili…  e  lavandosi  le  mani  ogni  venti
            pagine se le fece durare fino a  sera. Alla fine era diventato un
            piccolo  esperto  di  ricette  economiche  e  make  up,  maestro  nei

            consigli per apparecchiare la tavola nelle feste e per togliere le
            macchie  di  erba  dai  jeans…  e  poteva  dire  la  sua  anche  sugli

            oroscopi e sulla posta dei cuori solitari. Si trovava con il cervello
            saturo di futilità... però in tal modo era riuscito a stemperare la
            tensione e a calmare un po’ i nervi.

            Nel tardo pomeriggio, quando ormai non ci sperava quasi più, si
            aprì  la  porta  della  cella  e  tornò  a  trovarlo  l’avvenente

            avvocatessa, la cui sola presenza aveva il potere di risollevargli il
            morale…
            Si  accomodò  davanti  a  lui  accavallando  le  gambe  e  iniziò  a

            ragguagliarlo, senza perdere tempo:





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