Page 97 - IL TASSELLO MANCANTE
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“Bene… Io adesso vado a casa. Ma mi raccomando, tenetemi al

            corrente  e  chiamatemi  pure  a  qualsiasi  ora  se  lo  trovate.  Ci
            sentiamo.”
            Giunto ormai al termine di quella estenuante giornata, il buon

            Luigi  era  davvero  provato.  Quell’alternarsi  continuo  di  notizie
            positive  e  negative,  gli  ricordavano  un  incontro  sul  ring,  nel

            quale  aveva  combattuto  senza  esclusione  di  colpi  contro  un
            avversario  chiamato  sorte…  E  in  quell’incontro  erano  molti  di
            più i colpi subiti che quelli piazzati.

            Ma adesso basta con i pensieri… Cercò su YouTube un vecchio
            film del Tenente Colombo e riuscì a rilassarsi con quelle storie

            improbabili  e  già  viste,  senza  troppe  pretese  ma  sempre
            divertenti. Arrivò a stento a vedere la fine, con gli occhi che gli si
            chiudevano per il sonno… Appena il tempo di alzarsi dal divano

            e coricarsi sul letto e iniziò immediatamente a russare.
            La  mattina  successiva  si  recò  per  la  colazione  al  solito  bar.  La

            TV  commentava  i  titoli  sulla  Rassegna  Stampa  dei  quotidiani
            locali… “La Polizia si fa sfuggire sotto il naso un teste chiave”…
            “Nessuna  notizia  del  fuggiasco,  i  nostri  007  brancolano  nel

            buio”…  una  Caporetto!  Tra  i  risolini  trattenuti  a  stento  e  gli
            sguardi severi dei colleghi, uscì con passo veloce dal locale senza

            guardare nessuno:
            “Devo mettermi in testa di cambiare bar,  una volta per tutte.”
            rimuginò tra sé e sé, mentre raggiungeva scuro in volto l’ufficio,

            dove  l’aspettava  la  relazione  del  Medico  legale  sulla  morte  di
            Antonio, che lesse all’istante.

            “Beh… almeno una cosa sicura la abbiamo”  pensò,  cercando  di
            consolarsi “Attenderò il ritorno di Sandra, la informerò su ciò che
            ho scoperto e poi interrogherò nuovamente Laura. Questa volta

            la metterò alle strette… Non mi lascerò prendere per il naso una
            seconda volta. Se confesserà l’omicidio, dovrò riaprire il caso, ma

            almeno  saprò  dove  andremo  a  parare.  Ma  quel  maledetto
            Renato,  allora…  perché  è  fuggito?  Non  ha  senso.  Se  non  è  lui
            l’assassino,  poteva  rischiare  al  massimo  qualche  mese...

            Dannazione,  erano  secoli  che  non  mi  trovavo  in  un  simile
            pasticcio.”



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